Aggiornato il 04/10/2022

Un mondo in continua evoluzione

Tutti – individui, aziende, istituzioni, amministrazioni – viviamo in un mondo che è sempre più digitale. Cosa ci riserverà il futuro? Quali sono i nuovi trend della Digital Disruption? In questo articolo ne vediamo i 10 più importanti.

In millenni di storia, non c’è stato nulla che abbia cambiato il modo degli esseri umani di stare al mondo con la stessa rapidità della rivoluzione digitale. Non stiamo esagerando: basta guardarsi indietro di pochi decenni e guardarsi intorno adesso.

Il digitale ha scatenato una trasformazione radicale del nostro modo di essere una società, di comunicare, di pensare a noi stessi, alle nostre identità. Un cambio di paradigma del sistema economico, sociale, produttivo, amministrativo. E tutto questo nel giro di una manciata di anni. Siamo solo all’inizio di quella che viene definita “Digital Disruption”, cioè (come dice il termine) una rottura netta con il passato, una vera e propria rivoluzione.

In questo tempo di emergenza sanitaria, inoltre, il digitale è quello che ha permesso di mandare avanti i servizi essenziali, di non giungere al fermo totale delle attività, di salvare – insomma – vite umane ed economia, insieme. Siamo sicuri, quindi, che l’uscita da questa crisi non farà che accelerare la trasformazione già in corso.

 

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I trend della Digital Disruption

Le sfide del futuro si giocheranno tutte su questo campo. Ecco perché è fondamentale tenere gli occhi puntati all’orizzonte, per provare a scorgere prima degli altri i nuovi trend della Digital Disruption. Qui di seguito, ne abbiamo raccolti 10, quelli che ci sembrano più significativi e interessanti.

Alcuni di questi sono già sulla bocca di tutti; altri, invece, aspettano ancora di raggiungere il grande pubblico…

 

1. Oltre i Big Data

Se dovessimo riassumere la rivoluzione digitale in una sola parola, lo faremmo con il termine “dati”: parte tutto da qui.

Ognuno di noi, in ogni momento e con ogni device, lascia delle “tracce digitali”: dalle ricerche su Google, alle geolocalizzazione, dai post sui social network alle prestazioni registrate sulla vostra app dedicata al running… e l’elenco potrebbe andare avanti all’infinito. È questa miniera gigantesca e potenzialmente infinita di informazioni che sta sotto l’etichetta di “Big Data”.

La sfida per le company di ogni settore, di conseguenza, è quella di imparare a raccogliere questi dati, ma soprattutto di organizzarli e di interpretarli nella maniera più efficace, profonda e intelligente a seconda del proprio business.

Insomma, la competizione si gioca nel campo degli analytics. L’hanno capito tutti (e da un pezzo). Bisogna, quindi, andare oltre i semplici “Big Data” e spingersi verso quelli che iniziano a essere definiti come “Smart Data” o “Deep Data”.

Ecco, dunque, il motivo degli ingenti investimenti nelle tecnologie di AI (Artificial Intelligence) e Machine Learning: sono ormai irrinunciabili per affinare questo tipo di analisi. E, in futuro, lo saranno ancora di più.

 

2. Personalizzazione, personalizzazione, personalizzazione

Per dirla in breve: l’analisi dei dati serve ai brand (oltre ad ottimizzare i processi interni) a conoscere il proprio pubblico, effettivo e potenziale. Suddividerlo in target sempre più specifici e dinamici, da andare a colpire con azioni su misura.

Si può fare di più? Sì: si può puntare alle singole persone. È quello che fanno il marketing e il Customer Service personalizzato, di cui si occupano aziende specializzate come Doxee. La vera svolta, in questo senso, è la trasformazione dei “freddi” dati in relazioni personali, con un’ottica one-to-one (anche quando ci si rivolge a un numero vastissimo di persone).

Senza dubbio, questo è uno dei trend della Digital Disruption che più si andranno a rinforzare nei prossimi anni.

 

 3. IoT: dal micro al macro

C’è una larga parte del “mondo reale” che ancora non è collegata in rete, e non fa ancora parte del “mondo digitale”. Ma le cose, anche in questo ambito, stanno cambiando rapidamente.

Ecco perché l’attenzione di tutti è puntata sull’IoT, ovvero internet applicato alle “cose”. Dai grandi macchinari dell’industria 4.0, fino agli oggetti domestici. Per non parlare poi dell’enorme tema delle Smart City, che prenderà letteralmente il decollo con lo sviluppo di tecnologie di connessione sempre più efficienti (a partire dal 5G).

Insomma, dal personale al globale, dal micro al macro.

Anche in questo caso, i vantaggi sono molteplici, ma si muovono quasi interamente intorno a due poli principali: l’ottimizzazione della funzionalità e dell’efficienza, da un lato; una nuova miniera di dati tutta da sfruttare, dall’altro.

 

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4. Digitale da indossare

Tra gli “oggetti” più promettenti da “trasferire” nel mondo digitale ci sono quelli indossabili, i cosiddetti “wearable”. Anche in questo settore si stanno facendo rapidi passi in avanti.

Tutti ormai conoscono gli Apple Watch o i Google Glass. Ma il mercato si sta rapidamente allargando. Pensate, ad esempio, alle applicazioni nel campo del Fitness e dello Sportswear (Nike, in particolare, è molto attiva); poi c’è il gaming, certamente; ma pensate anche ai device indossabili in campo medico e sanitario: un altro comparto con un potenziale di espansione enorme, e che – in questi tempi – si fa ancora più decisivo.

 

5. La voce sarà sempre più importante

No, nel titolo non c’è nessuna metafora sull’importanza della “voce” dei brand. In questo punto parliamo proprio delle tecnologie che sfruttano il dialogo vocale tra gli “utenti umani” e le interfacce.

Gli assistenti vocali di Apple, Google o Alexa hanno ancora molta strada da fare per giungere ad essere pienamente efficaci e funzionali. Ma basta guardarsi indietro di un paio d’anni per capire quanta strada hanno già fatto. E siamo solo all’inizio.

Ci sono progetti come Microsoft Conversational AI che stanno dando risultati molto promettenti.

Questa sarà di certo una delle prossime frontiere dell’interazione digitale, sempre più “su misura” e sempre più personalizzata: in breve tempo, costituirà uno dei punti cardini delle più avanzate User Experience (con possibilità ancora tutte da sfruttare in termini di engagement, Customer Care, ampliamento pervasivo dell’ottica omnichannel)

 

6. AR, VR, MR

A proposito di allargamento dell’esperienza nel mondo digitale: ecco alcuni acronimi che, sempre più spesso, leggerete o sentirete pronunciare.

AR sta per Augmented Reality (Realtà Aumentata), VR per Virtual Reality, MR Mixed Reality (Realtà Mista). Tecnologie che fino a ieri sembravano fantascienza, che oggi sono realtà e che domani saranno accessibili a tutti.

Ci sono già degli interessanti esperimenti di applicazioni di queste tecnologie nell’ambito del marketing e del customer service.

 

7. Blockchain… ma di cosa stiamo parlando?

Un’altra delle buzzword che circola con sempre maggiore frequenza è: “blockchain”. Non tutti, però, hanno ben chiaro quale sia la vera portata di questa tecnologia.

Spesso ci si è limitati all’hype derivante dalle criptovalute come Bitcoin (oggi affiancata da moltissimi esperimenti simili, ma non sempre solidi). La blockchain, però, è una tecnologia con un potenziale che si spinge ben oltre questo campo.

Si tratta – semplificando – di un registro distribuito, che traccia le transazioni in maniera sicura, permanente e, soprattutto, senza la necessità di un ente centralizzato di controllo a validare i processi.

Tutto questo punta nella direzione della disintermediazione, anche in settori che fino a ieri sembravano lontani da questa possibilità: parliamo, ad esempio, del settore bancario o di quello assicurativo. Comparti fondamentali e strategici che, non a caso, stanno investendo molto nelle possibili applicazioni di questa tecnologia, per non rischiare di restare al palo.

 

8. Employee Experience digitale

Il digitale, da diversi anni, è fondamentale per qualsiasi tipo di business.

Da non molto, però, sta diventando centrale anche per la stessa organizzazione interna delle company di ogni settore produttivo. Sia sul fronte del workflow e della produttività, che su quello della cosiddetta Employee Experience (che riguarda, in buona sostanza, la qualità della vita lavorativa degli impiegati, con delicate ricadute in termini di retention, advocacy e attrattività).

Quest’ultimo versante, in particolare, sta riscuotendo un’attenzione sempre crescente; tanto che si parla oggi, con sempre maggiore insistenza, di BtoE (“Business to Employee”). Alle frontiere del BtoE digitale abbiamo dedicato un intero eBook, che si può scaricare qui.

È quasi inutile, infine, sottolineare quanto l’emergenza sanitaria abbia riportato al centro dell’attenzione il tema dello smart working, e degli strumenti per renderlo davvero funzionale ed efficace, e non solo un “ripiego”.

 

9. Anche la Pubblica Amministrazione si muove

Non solo business. La Digital Disruption sta impattando sempre più anche sull’ecosistema della Pubblica Amministrazione (tradizionalmente più lento nell’abbracciare le innovazioni).

Qui la parola chiave è dematerializzazione (che differisce dalla semplice “digitalizzazione”). Su questo tema, vi rimandiamo a questo eBook, che potete scaricare qui.

 

10. XaaS: cioè?

Una delle svolte più interessanti ed epocali che ha portato la Digital Disruption è stato il passaggio dalla centralità del “prodotto” a quella del “servizio”.

Gli esempi, in questo senso, sono moltissimi: non si compra più un disco, ma l’abbonamento a un servizio che fornisce l’accesso a centinaia di migliaia di playlist (come Spotify). Lo stesso meccanismo è alla base del successo di Netflix. Ma si applica in campi anche molto diversi, da quelli della mobilità, ai software aziendali in cloud, così come i server, le piattaforme di archiviazione e condivisione, e l’elenco è davvero molto lungo. Il fatto più importante, però, è questo: che continuerà ad allungarsi.

Ecco cosa indica la sigla XaaS: uno dei più importanti nuovi trend della Digital Disruption, “Everything as a Service”.

In conclusione: viviamo in un mondo sempre più digitale, l’abbiamo detto. Ma, attenzione, si tratta di un mondo che è in continuo mutamento, per definizione. Ecco perché vanno tenuti gli occhi sempre aperti: saper scorgere e poi cavalcare, i nuovi trend prima di tutti gli altri può rivelarsi davvero decisivo!