È ormai una certezza: l’auto connessa assumerà sempre più un ruolo di primo piano nel futuro (non solo economico) dell’Automotive. Se da un lato le tecnologie legate all’Internet of Things (IoT) stanno tracciando la strada che l’industria dovrà percorrere, dall’altro questa stessa evoluzione tecnologica sta avvenendo in un’età di passaggio, segnata dalla transizione tra differenti sistemi di valore: dai prodotti a servizi ed esperienze, dall’hardware al software, dai dati intesi staticamente come risultati di processi alla loro ridefinizione come risorse creative, dalle frizioni comunicative dei silos aziendali agli ecosistemi che progrediscono mettendo in circolo l’informazione

L’IoT ha consentito un cambiamento trasformativo probabilmente maggiore nell’automotive rispetto a quello prodotto in altri settori, imprimendo, anche nel mercato dell’auto, un’accelerazione a tendenze che sono tipiche del periodo che stiamo vivendo, prima fra tutte la personalizzazione.

A fronte di una realtà fluida e in costante evoluzione le case automobilistiche e i fornitori di software mirano ad acquisire valore controllando l’aggregazione e l’analisi delle informazioni. D’altro canto, i potenziali clienti sviluppano abitudini di acquisto e di consumo in cui il digitale assume sempre maggiore importanza

Come cercheremo di spiegare in questo articolo, l’IoT nell’automotive ha avuto (e ha) un impatto notevole perché gioca una parte fondamentale nel ricostruire e arricchire la relazione tra i diversi protagonisti del settore.

 

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IoT nell’automotive: la risposta a un’urgenza di innovazione

Le vendite globali di automobili, in calo da anni, sono diminuite ancora nel 2021, assestandosi a poco meno di 70 milioni di unità (nel 2017 erano state 80 milioni). 

Nel mercato automobilistico cinese, cartina di tornasole dello stato di salute dell’intero comparto, le vendite di auto sono diminuite per la prima volta nel 2018, per poi crollare nel febbraio 2020 e riprendersi poco dopo (fonte: Statista).

Le ultime rilevazioni dell’Associazione europea dei costruttori e produttori di automobili (ACEA), hanno messo in evidenza come anche le vendite di auto europee abbiano registrato un calo sempre più netto, arrivando a toccare un minimo storico nel 2020, in corrispondenza della prima ondata di COVID-19. Secondo le previsioni di ACEA l’industria automobilistica europea potrà mantenersi ad alti livelli di competitività e rimanere rilevante sulla scena globale solo se l’intero settore sarà rafforzato. 

In uno scenario così complesso come quello attuale, tutti i player del settore automotive, dai produttori ai retailer alle associazioni di categoria alle amministrazioni, sono concordi nel sostenere che per dare impulso alla ripresa occorre innanzitutto investire sulla ricerca, puntando sull’innovazione

Gli sviluppi tecnologici avvenuti nel campo dell’Internet of Things (IoT) rispondono a questa urgenza di cambiamento.

 

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IoT nell’automotive: un mercato in espansione

Il mercato IoT nell’automotive continua ad espandersi a livello globale fin dai primi giorni di Internet: nel 2020 ammontava a 31 miliardi di dollari, nell’anno appena trascorso dovrebbe aver raggiunto, secondo le stime più recenti, i 38 miliardi di dollari e si prevede che crescendo a un tasso del 21,12% arriverà a sfiorare i 100 miliardi di dollari entro il 2026 (fonte: researchandmarkets.com).

Già agli albori della digitalizzazione le case automobilistiche hanno intravisto nella possibilità di collegare i veicoli attraverso flussi diversificati di informazioni una grande potenzialità di business. Grazie all’IoT oggi le auto sono connesse in tempo reale a un vero e proprio ecosistema al cui interno le possibilità di comunicazione tra clienti, case produttrici, enti amministrativi, istituzioni aumentano in misura esponenziale. La crescita dei dati emessi e ricevuti dai veicoli, processati per migliorare le funzionalità dei veicoli stessi, produce a sua volta un impatto positivo diretto sull’esperienza di acquisto e di utilizzo.

Grazie alla tecnologia IoT è oggi possibile connettere veicoli e risorse attraverso soluzioni potenti e flessibili e valorizzare le informazioni generate da diverse fonti. I sistemi informatici delle vetture possono collegarsi ai nostro smartphone e mobile device per assolvere a una serie di funzioni, con l’obiettivo di accrescere la qualità della customer experience

  • registrano avvisi sul traffico in tempo reale
  • offrono assistenza stradale di emergenza
  • si sostituiscono alla guida manuale in alcune situazioni particolari
  • permettono la riproduzione di programmi entertainment su misura

I servizi offerti sono erogati con modalità radicalmente semplificate, diventando più facili, convenienti e, soprattutto, personalizzati. In questo modo è più immediato prenotare e sveltire tutte quelle attività che fanno perdere tempo prezioso, come per esempio trovare un parcheggio, programmare la manutenzione, ottenere informazioni utili prima di procedere a un upgrade o a un acquisto da remoto. 

Le tecnologie digitali consentono ai consumatori di integrare l’esperienza di guida con una vasta gamma di servizi: dall’analisi delle prestazioni, agli accorgimenti che accrescono il benessere dell’esperienza a bordo dell’auto (supporto pratico alla guida e comfort dell’abitacolo) all’offerta multimediale che comprende sia l’intrattenimento sia le misure per la sicurezza (per esempio: sistemi che allertano la polizia e/o le ambulanze in caso di incidenti) all’elaborazione di nuovi modelli di assicurazione basata sugli utenti (che utilizzano i dati dei sensori interni all’auto per classificare in modo più accurato il livello di rischio).

 

I trend da tenere d’occhio 

Indipendentemente da obiettivi e aspirazioni, tutte le aziende che operano nel settore automotive dovranno tenere conto di alcuni trend attualmente in atto.

  1. Nuovi modelli di consumo (dalla proprietà alla condivisione): anche se la proprietà dell’auto continuerà ad essere il modello prevalente, sempre più persone, in special modo quelle che abitano in città e che appartengono alle generazioni più giovani, decideranno di non comprare un’auto, optando per alternative quali noleggio, condivisione o utilizzo dei servizi di mobilità. E probabilmente molti tra quelli che continueranno a preferire l’acquisto si orienteranno su abbonamenti flessibili a breve termine dotati di servizi premium aggiuntivi. È il paradigma di Mobility as a Service (MaaS), che sta ridefinendo l’idea di proprietà a lungo termine. 
  2. Un ecosistema digitale senza soluzione di continuità: i clienti si aspettano un ecosistema digitale fluido e senza attriti, in cui tutti i servizi (connettività, mobilità, intrattenimento, social, ospitalità) siano perfettamente integrati. 
  3. Soluzioni personalizzate che mettono a valore la conoscenza prodotta dai dati: i dati, provenienti da diversi punti di origine, sono estratti, caricati su piattaforme, interpretati, combinati e consolidati per generare insight rilevanti, in tempo reale. L’IoT può contribuire significativamente alla personalizzazione della customer experience nell’automotive, alimentando soluzioni progettate per rispondere ai bisogni dei consumatori. 
  4. Innovazioni integrate nell’ambiente circostante: a lungo termine, lo sviluppo delle tecnologie di trasmissione dati – su cui l’IoT si basa – influenzerà anche la progettazione delle infrastrutture, all’interno e all’esterno del contesto urbano. Le innovazioni dell’industria automobilistica, come le auto connesse, dovranno poter essere integrate all’interno di città intelligenti, in cui i sistemi che gestiscono il traffico e supervisionano l’emissione dei gas inquinanti (per citarne solo alcuni) sono destinati a diventare sempre più “smart”. L’utilizzo delle reti 5G, lo standard che è in via di implementazione in tutto il mondo, migliorando la comunicazione dati mobile avrà un impatto sulla connessione tra le auto e l’ambiente circostante.

 

I migliori approcci per guadagnare un vantaggio competitivo

Secondo Deloitte i brand che operano nel settore automotive possono prendere in considerazione diversi approcci per rafforzare la loro posizione. 

  • definire il ruolo che dovranno svolgere all’interno dell’ecosistema, cercando di governare le trasformazioni attraverso un aggiornamento continuo;
  • mappare i dati, identificandone innanzitutto i punti di origine per comprendere dove intervenire per estrarre valore;
  • ristrutturarsi in modo che l’intera organizzazione sia più orientata ai servizi (e non solo i dipartimenti aziendali a più stretto contatto con il consumatore o quelli impegnati nella gestione delle connessioni con l’auto);
  • adottare nuove metodologie e strumenti, sia che essi vengano sviluppati internamente o siano invece acquisiti esternamente;  
  • lavorare a stretto contatto con i fornitori di tecnologia, per integrare in modo coerente i processi di sviluppo, l’implementazione e gli update delle funzionalità guidate dal software;
  • identificare e costruire partnership strategiche con attori chiave dell’ecosistema, inclusi produttori di dispositivi intelligenti, e lavorare lungo la catena del valore per costruire un’esperienza del marchio il più ampia e olistica possibile.

L’imperativo, in ogni caso, è mantenere vitale l’interazione con i clienti, durante l’intero ciclo di vita. Per raggiungere questo obiettivo i protagonisti dell’industria dell’automotive possono sfruttare le numerose opportunità offerte dalle nuove tecnologie, IoT in testa. Possono dar luogo a modelli di business innovativi, scalare rapidamente, raccogliere e processare dati su ogni singolo punto di contatto, misurare la qualità dell’esperienza del cliente, intervenire in modo puntuale per risolvere le criticità nel momento stesso in cui sorgono.

 

IoT nell’automotive: personalizzare la customer experience 

I trend su cui McKinsey pone l’accento e gli approcci suggeriti da Deloitte mettono in evidenza un’ulteriore fenomeno: la creazione, per mezzo dell’interattività abilitata dall’IoT, delle condizioni per un’esperienza multimediale completa e personalizzata. Poiché i servizi sono ritagliati sulle loro effettive preferenze, abitudini, richieste, sia il conducente sia i passeggeri possono usufruire di migliori prestazioni e maggiore sicurezza.

In generale, potremmo quindi concludere che l’IoT nell’automotive sembra avere il potenziale per spingere i confini della personalizzazione e trasformare completamente l’esperienza del consumatore attraverso la connettività

 

IoT nell’automotive dal punto di vista del consumatore

All’inizio di un suo recente articolo, The new key to automotive success: Put customer experience in the driver’s seat, McKinsey ricorda come il successo di una casa automobilistica un tempo coincidesse con la superiorità della sua capacità ingegneristica e che il marketing fosse in qualche modo obbligato a spingere sulla leva della potenza e dell’affidabilità delle prestazioni.

Seppure questi aspetti legati alle performance tecniche siano ancora importanti – continua McKinsey – oggi vengono però dati quasi per scontato. Il vero luogo di confronto è infatti la customer experience, un campo di battaglia in cui il consumatore:

  • si aspetta prodotti che non incorporino soltanto un alto contenuto innovativo, ma siano anche incentrati sulle sue specifiche esigenze;
  • vuole poter disporre di una varietà di tecnologie digitali, dai supporti all’acquisto su tablet alle applicazioni e ai device predisposti per la realtà virtuale.

Il coinvolgimento del cliente è il risultato di un processo complesso che inizia ben prima dell’acquisto e continua anche dopo la conclusione della transazione commerciale. L’IoT nell’automotive sta cambiando radicalmente le logiche stesse di questo processo. 

In cima alle priorità di case produttrici e concessionarie c’è la preoccupazione per la realizzazione di una migliore customer experience, che si rivela più significativa e memorabile se è personalizzata. Le aziende stanno ridisegnando il funnel privilegiando l’integrazione di tecnologie avanzate e digitali così da facilitare la raccolta e la comunicazione di dati utili alla progettazione di queste stesse esperienze.

I brand dell’automotive non possono più esitare e devono sposare un approccio che sia pienamente, compiutamente customer-centric. Dovranno scoprire, progettare, scalare e perfezionare costantemente soluzioni che entusiasmino i clienti, generino nuove fonti di reddito e mantengano i costi sotto controllo

 

La comodità delle interazioni digitali

Nell’edizione 2021 del Global Automotive Consumer Study, ricerca che annualmente coinvolge oltre 24.000 consumatori distribuiti fra 23 paesi a livello mondiale, Deloitte esplora i nuovi scenari di mercato che emergeranno dal contesto socio-economico post pandemico. Lo studio ha evidenziato, in particolare, i cambiamenti nelle preferenze, abitudini e percezioni dei consumatori su alcune tematiche chiave:

  • la transizione verso una mobilità sempre più elettrica e sostenibile;
  • l’adozione di nuove tecnologie e sistemi di connettività a bordo dei veicoli;
  • l’accelerazione del digitale e del canale online rispetto alle abitudini di acquisto;
  • il ruolo del prezzo come driver di scelta e le prospettive dei consumatori per l’acquisto del prossimo veicolo.

Anche se lo studio di Deloitte rivela che, per il mercato automotive, continuerà ad essere centrale il ruolo delle concessionarie e del tradizionale canale fisico, secondo Giorgio Barbieri, Automotive Sector Leader di Deloitte Italia: 

“I cambiamenti indotti dall’emergenza Covid-19, oltre ad influenzare le intenzioni e le tempistiche di acquisto, hanno certamente favorito e accelerato lo sviluppo del canale online nella maggior parte dei settori.” 

Questo significa che in un futuro ormai prossimo i clienti, soprattutto quelli più giovani, probabilmente acquisteranno la loro auto online e saranno interessati a vendite e servizi contactless.

La maggior parte dei consumatori in altri settori si aspetta un servizio clienti online rapido, puntuale, trasparente; cambia marchio se non ottiene un’esperienza omnicanale fluida e coerente e abbandona il proverbiale carrello se il processo di pagamento si rivela troppo faticoso. La stessa cosa succederà, verosimilmente, anche nel caso degli acquirenti di auto. E allora diventerà sempre più essenziale per le aziende dell’automotive capire come migliorare la propria brand experience.