Articolo aggiornato all’11/05/2022

I vantaggi del Cloud Computing nelle utility

Passare al Cloud Computing nelle Utility significa, innanzitutto, aumentare esponenzialmente la potenza di calcolo e lo spazio di archiviazione. Tutto questo, per di più, si accompagna a una decisa riduzione dei costi: con il cloud, infatti, ci si sposta decisamente verso un’ottica on-demand e pay-per-use, senza bisogno di onerosi investimenti per hardware, software (che diventa disponibile in una modalità as-a-Service) o data center da parte delle aziende.

Ci sono poi i benefici enormi riguardanti la flessibilità e la scalabilità: caratteristiche fondamentali in un sistema economico e produttivo fluido e mobile, come quello attuale. Si potrebbe andare avanti ancora a lungo; abbiamo già approfondito tutti i principali vantaggi dei sistemi di Cloud Computing.

Ripartiamo dunque da una constatazione: il cloud ha un impatto enorme e pervasivo, su tutti i settori produttivi, come nessun’altra tecnologia nel panorama attuale.

In questo articolo, in particolare, vogliamo concentrarci sul Cloud Computing nelle Utility, un comparto industriale enorme, da sempre fondamentale e strategico per le dinamiche macroeconomiche ma anche per le vite delle singole persone, e che sta vivendo negli ultimi anni una fase di trasformazione senza precedenti.

 

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La rivoluzione digitale nell’Utility Industry

L’abbiamo già anticipato: il settore industriale delle Utility e dell’energia sta vivendo una fase di svolta impetuosa e senza precedenti.

C’è stata, innanzitutto, un’apertura e una liberalizzazione del mercato molto significativa. Nuovi player si sono affacciati alla competizione, con un approccio smart e sempre più attento a tutti gli aspetti, dai benefici del digitale alle nuove tecnologie di comunicazione. Tutto questo ha finito per influenzare i processi e le brand identity anche dei colossi più affermati del settore.

In questo senso le nuove sfide coinvolgono, in primis, i professionisti del marketing e della customer care: due ambiti che sono oggi più che mai correlati, soprattutto quando si tratta di servizi come luce, gas, acqua, internet e telefonia che impattano con forza sul quotidiano delle persone.

Parallelamente all’apertura e alla liberalizzazione del mercato, si sono registrati grandi cambiamenti anche nelle sensibilità dell’opinione pubblica (quindi nella platea dei possibili clienti). Oggi l’attenzione ai temi dell’efficienza energetica e della sostenibilità ambientale è massima. I singoli clienti sono sempre più informati: pretendono chiarezza, trasparenza e semplicità di dialogo con le compagnie.

Insomma, la vera rivoluzione copernicana risiede proprio qui, nel cambio di ruolo del cliente che oggi ricopre il vero ruolo centrale, con le aziende del settore impegnate a conquistarne l’attenzione, a tenerlo coinvolto e, infine, ad aumentarne la loyalty con operazioni il più possibile su misura.

 

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A riguardo va sempre tenuto presente questo dato, emerso da un’analisi nota condotta da Bain & Company: per un’azienda, conquistare un nuovo cliente costa dalle 6 alle 7 volte di più rispetto a fidelizzarne uno. È quasi superfluo sottolineare che il vero volano di questo cambio di paradigma è stato (e sarà sempre di più) la digital transformation, che ha reso possibili e attuali tutti i cambiamenti di cui vi abbiamo parlato sopra e parlare di digitale, oggi, significa anche (e per certi versi soprattutto) parlare di Cloud Computing.

Pensate alle possibilità della personalizzazione e del dialogo one-to-one: è proprio grazie al digitale e all’ottica data-driven basata sul cloud che questo approccio, efficace come nessun altro, può essere messo in pista anche per platee di utenti sterminate.

Per questo un’azienda come Doxee, che fa della personalizzazione e dei servizi cloud-based il centro del suo business, è stata inserita da CIOReview (un magazine americano specializzato in soluzioni tecnologiche e d’avanguardia per il business) nella lista 2018 delle 20 tecnologie più promettenti per il mondo delle Utility.

Concludiamo questo paragrafo riportando le dichiarazioni di Isabelle Kocher, CEO di Engie, una delle 10 companies più importanti (in termini di valore di mercato) nel settore Utility ed energia, a livello globale. Sono molto chiare e dirette: “La parola transizione rende poco l’idea degli enormi cambiamenti a cui stiamo assistendo; stiamo vivendo una vera e propria rivoluzione” (fonte: engie.com).

Cloud Computing nelle Utility: una rivoluzione riassumibile in 5 punti

L’abbiamo visto anche sopra: le sfide che il settore Utility si trova a fronteggiare sono molte e complesse. A quelle della digital transformation, che hanno coinvolto quasi tutti i settori produttivi, si aggiungono:

  • Le infrastrutture che si fanno sempre più datate, e che rendono difficile andare incontro ai bisogni degli utenti;
  • Le regolamentazioni nazionali e sovranazionali che richiedono alle aziende, con forza sempre maggiore, di essere più flessibili, agili ed efficienti e di abbandonare gradualmente le fonti di energia con alto impatto sull’ambiente;
  • Le aspettative degli utenti, che stanno evolvendo con un ritmo accelerato e che spesso si basano sulle esperienze più fluide, intuitive, rapide e interattive con company di altri settori.

A tutto questo si aggiungono poi temi di assoluta avanguardia, come l’IoT (Internet of Things, un tema che può diventare davvero centrale, per il comparto, in breve tempo) e le tecnologie blockchain. Nuovi trend che non potranno fare a meno di appoggiarsi su servizi di Cloud Computing sempre più performanti e disegnati con attenzione.

Non c’è bisogno di spingere lo sguardo troppo verso il futuro, già quello che si vede nel presente è molto chiaro. Secondo le stime più aggiornate, infatti, il 58% delle Utility ha avviato per i processi interni soluzioni basate su big data, machine learning, blockchain, tecnologie cloud e reti neurali (fonte: zerounoweb). Inoltre, le previsioni di crescita del digitale nei prossimi anni sono condizionate dall’attuazione del PNRR, che prevede investimenti per circa 50 miliardi entro il 2026 (fonte: dire.it).

Ma quali sono i vantaggi? In conclusione di questo articolo vi parleremo di questi vantaggi, condensandoli in 5 punti principali, in maniera sintetica e concreta.

1. Riduzione dei costi (CAPEX e OPEX)

I servizi cloud si basano sull’ottica on-demand e pay-per-use. La conseguenza intuitiva è che, sfruttandoli, le aziende del ramo Utility possono contenere i costi sia sul fronte del Capital Expenditures (CAPEX) che su quello delle Operating Expenditures (OPEX), contemporaneamente.

Si capisce quanto questo sia fondamentale. A questa riduzione, per di più, si associa un miglioramento delle prestazioni, in un’ottica win-win.

2. Flessibilità e scalabilità

Un’altra conseguenza intuitiva del passaggio ai sistemi di Cloud Computing nelle Utility è l’aumento esponenziale della flessibilità e scalabilità.

Questo significa: investimenti più contenuti, con minore margine di rischio e possibilità quasi istantanea di ingigantire o contrarre la potenza di calcolo o la capacità di archiviazione a propria disposizione.

Per cavalcare al meglio questa flessibilità, le soluzioni più indicate sono quelle del Multi-Cloud o dell’Hybrid Cloud.

3. Approccio data-driven e personalizzazione

Analizzare un’enorme mole di dati significa, infatti, conoscere il più possibile la propria platea di utenti, segmentarle in cluster dalle caratteristiche coerenti e omogenee, per incrementare l’engagement e la fidelizzazione con operazione targettizzate e su misura (abbattendo il churn rate, su cui torneremo nel prossimo punto).

Per raccogliere una mole così imponente di dati, in un’ottica omnichannel, i sistemi di Cloud Computing sono irrinunciabili.

Oggi, inoltre, ci si può spingere oltre la segmentazione e puntare alle singole persone, grazie alla personalizzazione. Una strategia che alcune delle aziende più importanti del settore, come Enel o Engie, hanno già messo in pista, appoggiandosi ai servizi specializzati di un’azienda come Doxee.

L’efficacia di rivolgersi ad ogni singola persona in maniera differente è evidente:

  • Il 79% delle compagnie che superano i loro obiettivi in termini di revenue ha una strategia di personalizzazione già operante e documentata (fonte: Monetate).
  • Il 75% dei consumatori è più portato a comprare prodotti di che dimostra di “riconoscerli”, che li chiama per nome, che conosce la loro storia e che suggerisce loro delle opzioni basate sulle scelte precedentemente fatte (fonte: Accenture)
  • Il 78% dei Chief Marketing Officer crede che i contenuti “custom”, su misura dell’utente, siano il futuro per il settore (fonte: Clicz).

4. Real-time reporting

Nel punto precedente abbiamo sviscerato l’importanza della raccolta e dell’analisi dei big data, fino alla frontiera della personalizzazione. Di nuovo, si può spostare il limite un poco più in là e mettere in campo delle strategie per l’analisi dei dati in tempo reale: è questo che s’intende – al di là dei tecnicismi – con “real-time reporting”.

Il real-time reporting, basato (naturalmente) su un’efficiente architettura di Cloud Computing, sarà una delle armi più potenti per le company del settore: utile per conoscere ancora meglio i propri utenti, per interagire con loro “nel tempo giusto e nel modo giusto” e per abbattere il churn rate, ovvero il tasso di abbandono della company da parte del cliente. Questo è uno dei principali problemi del settore, che si è fatto quanto mai urgente nell’attuale mercato aperto e liberalizzato.

5. Cyber Security

Grazie al Cloud Computing nelle Utility, la potenza di calcolo, di analisi, di archiviazione e raccolta di dati preziosi s’impenna in maniera importante. La naturale conseguenza è quella di una parallela impennata dell’importanza dei sistemi di sicurezza. Con l’introduzione delle norme GDPR (General Data Protection Regulation) questi aspetti si sono fatti, se possibile, ancora più urgenti.

I provider di sistemi cloud lo sanno bene: per questo risultano imbattibili, anche su questo fronte. Hanno infatti una capacità di aggiornamento e di attenzione su tutti i possibili fronti di minaccia irraggiungibile da sistemi “interni” e “locali”.

 

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