In questi anni così complicati, il comparto farmaceutico si è trovato e si trova ad affrontare sfide senza precedenti, e a farlo in prima linea. Dapprima la gestione delle fasi concitate dell’emergenza sanitaria scatenata dalla pandemia da Covid-19 in cui ci si è trovati a reagire in uno scenario mai visto prima, con assoluta rapidità. Uno stress enorme che ha coinvolto tutti i livelli e le diramazioni di questo settore, dalle grandi aziende farmaceutiche, alla catena di distribuzione, ai regolatori internazionali e nazionali, fino alle singole farmacie di quartiere e di provincia. La filiera ha resistito in maniera egregia all’urto: oggi possiamo dirlo con consapevolezza. Però, attenzione: gli attori e gli operatori del comparto non devono commettere l’errore di limitarsi alla gestione emergenziale. 

In questo lungo e complesso periodo, infatti, sono emerse alcune tendenze che ci indicano chiaramente la direzione di una nuova normalità. E hanno preso sempre più piede nuovi approcci, nuovi strumenti operativi e una nuova forma mentis che sono qui per restare e consolidarsi sempre più. Per dirla con uno slogan: nuove opportunità nate da una crisi globale senza precedenti. Dunque: qual è il primo motore da cui traggono la loro spinta propulsiva tutti questi cambiamenti? La Digital Transformation. E qual è il carburante che alimenta il motore? I dati. Questo è un articolo dedicato ai Big Data nel settore farmaceutico, con le loro diverse applicazioni e i molteplici vantaggi. Procederemo con ordine, partendo dalle basi.

 

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I Big Data e la rivoluzione del Pharma 4.0 

Dunque, come promesso, prendiamo avvio dalle basi: 

“I Big Data sono asset di informazioni ad altissimo volume, ad altissima rapidità e/o di altissima varietà che richiedono forme innovative di analisi e interpretazione capaci di migliorare gli insight, il decision making e l’automazione dei processi”. Questa è la definizione tecnica di Big Data data da Gartner. Ma spingiamoci più oltre; quali tipi di dati possono essere raccolti dalle company? Difficile stilare un elenco completo, ma in primis c’è da tracciare una linea che divide i dati relativi ai processi aziendali interni (dalla produzione, alla distribuzione, alla gestione del personale, ad esempio) dai dati relativi alla gestione e alla comunicazione con i propri clienti. Questi ultimi possiamo suddividerli a loro volta in queste macro-categorie: 

  • Demographic Data: informazioni riguardanti l’età, il genere, lo stato civile, la situazione lavorativa e reddituale. 
  • Psychographic Data: comportamenti, credenze, valori, interesse, stili di vita. 
  • Geographic Data: geolocalizzazione. Un tema fondamentale, soprattutto per quegli attori del comparto farmaceutico (le farmacie in primis) che giocano il loro business sulla prossimità.  
  • Behavioral Data: sono i dati basati sui comportamenti di navigazione in rete degli utenti, estratti dai cosiddetti “cookies”. 
  • Contextual Data: un campo molto vasto che riguarda il contesto, l’ambiente che circonda tutti noi; dalle news, al sentiment, alle oscillazioni del mercato.
  • First Party Data: i dati che una company (o una farmacia) raccoglie direttamente dai propri utenti e dai propri clienti, ad esempio tramite i sistemi di CRM (Customer Relationship Management). 

Naturalmente, i Big Data relativi ai processi interni e quelli rivolti all’esterno hanno applicazioni, utilità e vantaggi differenti. Ma entrambi i versanti sono fondamentali. E, soprattutto, è di assoluta importanza saperli integrare. È da qui che parte la rivoluzione del cosiddetto Pharma 4.0 che, per dirla in breve, è l’applicazione delle logiche e delle dinamiche dell’Industria 4.0 e della digitalizzazione al settore farmaceutico 

Il campo è vastissimo: dagli impianti produttivi che si fanno sempre più smart e automatizzati, fino ai reparti di Ricerca e Sviluppo, passando dalle catene di distribuzione. Ma è un processo di innovazione che deve riguardare anche il sistema sanitario nazionale, fino ad arrivare a tutta la rete di farmacie sul territorio. E poi ci sono i pazienti. Che oggi non sono più solo il target, i semplici destinatari a cui si rivolgono gli attori di questo enorme comparto: oggi i pazienti, infatti, sono al centro di tutti questi cambiamenti. 

Insomma, i Big Data nel settore farmaceutico diventano anche il punto di partenza di un dialogo tra la casa farmaceutica e la persona, tra medico, farmacia e paziente che si fa sempre più personalizzato e “ravvicinato”. Il tema, come s’intuisce, è enorme. Ora l’obiettivo, però, è analizzare alcune applicazioni decisive dei Big Data nel settore farmaceutico, con i relativi vantaggi. Abbiamo scelto di riassumerle in quattro punti chiave, che coinvolgono ambiti volutamente molto diversi tra loro, proprio per dare un assaggio di una panoramica che è davvero amplissima. Ci soffermeremo rapidamente sulla ricerca e sviluppo; poi sul tema della Digital Health, quindi, sulla dematerializzazione documentale; infine, sulla nuova comunicazione – sempre più personalizzata – con i pazienti. 

 

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Ricerca e sviluppo

Pensate allo sviluppo dei vaccini contro il Covid-19. Alla mole immensa di dati e informazioni molto delicati e complessi che stanno a monte di questa ricerca. Pensate alla necessità di non commettere errori. Di valutare risultati e ricalibrare. Di comunicare tra centri dislocati in luoghi diversi e spesso molto lontani. E – soprattutto – di fare tutto questo con tempi di reazione velocissimi. Ecco, pensate a tutto questo e avrete una fotografia molto eloquente sulla necessità vitale dell’analisi e dell’interpretazione dei Big Data nel settore farmaceutico. 

Ma anche spostandosi su piani meno eclatanti di questo, l’analisi dei dati si rivela preziosissima per diversi aspetti dei trial clinici. Di nuovo, si tratta di un campo vastissimo, ma ecco qualche esempio: ci sono algoritmi di machine learning molto utili per reclutare pazienti per i trial. Altri fondamentali per valutare risultati parziali o definitivi. Altri ancora che sono imprescindibili per tutto quello che riguarda la sicurezza o il controllo di qualsiasi tipo di reazione avversa, sui grandi o sui piccoli numeri. E la lista potrebbe andare avanti ancora molto a lungo. 

Ma cos’hanno in comune tutti questi aspetti?  

  • Ottimizzazione senza precedenti.  
  • Riduzione dei costi lungo tutta la catena.  
  • Efficienza moltiplicata. 

Digital Health

Che cosa s’intende con Digital Health? L’utilizzo delle tecnologie digitali per la salute e il benessere delle singole persone, un campo che sta a cavallo tra Pharma e Fitness. Ecco qualche esempio concreto: 

  • Le applicazioni per smartphone dedicate alla salute. 
  • I dispositivi indossabili: Takeda Pharmaceuticals, ad esempio, sta disegnando con Apple Watch una app per combattere i disturbi depressivi (fonte: Cambridge).
  • Un colosso come Roche, invece, ha sviluppato un sensore da impiantare sotto pelle, che monitora costantemente il livello di glucosio nel sangue dei pazienti diabetici (fonte: eversense).
  • I sensori ingeribili, come quelli studiati da Proteus Digital Health.
  • Il Project Blue Sky, nato dalla collaborazione tra Pfizer e IBM che, attraverso l’impiego integrato di diversi sensori e dispositivi mobile, punta a monitorare in maniera costante e in tempo reale i pazienti affetti da sindrome di Parkinson (fonte: IBM). 

Un settore che è in impetuosa espansione e con enormi margini di crescita e che – nuovamente – si nutre di Big Data. Infatti, oggi si parla sempre più spesso di IoMT, “Internet of Medical Things”. Un’altra miniera di dati arriverà da qui, innescando circoli virtuosi di innovazione continua. 

Dematerializzazione documentale

Cambiamo completamente campo, spostandoci su un versante che riguarda da un lato, le aziende farmaceutiche e dall’altro, tutta la rete di farmacie sul territorio. Parliamo dell’archiviazione documentale, con il passaggio decisivo dal cartaceo al documento dematerializzato. I vantaggi sono: 

  • Risparmi economici, di tempo, di spazio.  
  • Semplicità e rapidità nella ricerca e nella condivisione. 
  • Riduzione dei margini di errore, dei rischi di manomissione o smarrimento. 
  • Aumento della sicurezza e incremento della trasparenza 

Tutto questo, in una volta sola. Per accedere a un’architettura di questo tipo è importante affidarsi ad aziende specializzate, come Doxee, in grado di garantire la gestione dei processi aziendali legati alla trasformazione del dato e alla produzione, distribuzione e archiviazione documentale attraverso il prodotto document experience. 

Una nuova comunicazione con il paziente

Il percorso di ogni digitalizzazione matura è questo: dai dati si deve passare alla costruzione di relazioni solide e durature con le persone. Ed ecco che qui s’innesta un’altra rivoluzione resa possibile dallo sfruttamento dei Big Data nel settore farmaceutico: una rivoluzione che riguarda la comunicazione con i clienti e con i pazienti. L’analisi dei dati permette di fare qualcosa di molto antico nel nuovo mondo digitale: conoscere a fondo chi ci sta davanti. E, questo, anche quando parliamo di platee di migliaia o milioni di persone. Si tratta, in pratica, di raccogliere e decifrare al meglio le tracce digitali che ognuno di noi lascia continuamente nel mondo connesso. 

Da questo nuova conoscenza approfondita, si passa a una Customer Care che non è più one-size-fits-all, ma che diventa segmentata e data-driven. Per farsi, infine, realmente one-to-one e personalizzata. Con enormi vantaggi sia per il singolo cliente o paziente che per le company, grandi o piccole che siano. Gli strumenti con cui portare avanti una comunicazione personalizzata sono molti; tutto, di nuovo, sta nell’affidarsi a compagnie specializzate in sistemi di comunicazioni multicanale e personalizzati, capaci di disegnare una strategia su misura rispetto alle esigenze di ogni utente.