Aggiornato al 13/06/2022

Sempre più verso la digital health

Oggi il digitale sta diventando il principale alleato della nostra salute. In questo articolo vediamo che cos’è la Digital Health, cosa si intende con questa etichetta e analizziamo i numeri e le tendenze di un settore in fortissima crescita.

“La salute è la cosa più importante”: un detto antico, che si ripete da secoli, ma che non è mai stato così drammaticamente attuale. Ed è proprio in questo periodo appena trascorso, che ci siamo resi conto di quanto il digitale possa e debba essere il primo alleato della nostra salute e del nostro benessere.

In primis è una questione di Digital Transformation applicata all’enorme e ramificato comparto farmaceutico, ma c’è poi un settore non meno importante, che per molti versi è complementare a quello del Pharma e che sta crescendo a un ritmo fortemente accelerato: parliamo dell’Healthcare, che si occupa di quella che viene oggi definita Digital Health.

Ma la Digital Health cos’è, più nello specifico? Lo vediamo subito, nel prossimo paragrafo.

 

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Digital Health: cos’è? 

Rispondiamo subito alla prima domanda: con l’etichetta di Digital Health s’intende lo sfruttamento delle tecnologie digitali per migliorare la salute e il benessere dei singoli, ma anche – di conseguenza – delle comunità.

Qualche esempio concreto? Le applicazioni per smartphone dedicate alla salute. I dispositivi indossabili (i cosiddetti wearable): Takeda Pharmaceuticals, ad esempio, sta disegnando con Apple Watch una app per combattere i disturbi depressivi (cambridgecognition.com). C’è poi chi si sta spingendo ancora più in profondità: come Roche, che ha sviluppato un sensore da impiantare sotto pelle, che monitora costantemente il livello di glucosio nel sangue dei pazienti diabetici. Ci sono poi i sensori ingeribili, come quelli studiati da Proteus Digital Health. Ma sono già stati messi in pista anche dei progetti che combinano un’ampia gamma di dispositivi di Digital Health: si pensi al Project Blue Sky, nato dalla collaborazione tra Pfizer e IBM che, attraverso l’impiego di diversi sensori e dispositivi mobile, si propone di monitorare in maniera costante e in tempo reale i pazienti affetti da sindrome di Parkinson (fonte: ibm.com).

Questi sono solo alcuni esempi, di un settore che appare in continua espansione e con enormi margini di crescita.

Il digitale, insomma, diventerà presto l’arma principale per tutto quello che riguarda la prevenzione, il monitoraggio e la gestione di malattie croniche, il miglioramento della ricerca di nuove terapie, l’abbassamento dei costi di cura, ma anche – e questo è un punto importante – lo sviluppo di una medicina sempre più su misura e personalizzata. Non stupisce, a questo punto, che tutti gli indicatori vadano nella direzione di un continuo ampliamento della quota di mercato della Digital Health.

 

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Alcuni numeri a riguardo

Innanzitutto, si deve sottolineare che non sono semplici da fornire, perché molto dipende dalle modalità in cui vengono categorizzate certe tecnologie. Fatta questa doverosa premessa, veniamo ad alcune stime:

  • Research and Market fissa in 223,7 miliardi di dollari il valore del mercato globale della Digital Health entro il 2023. Nel 2019 questa cifra si fermava a 101,4 miliardi (fonte: psmarketresearch.com).
  • Global Market Insights prevede una quota complessiva di 379 miliardi di dollari entro il 2024 e di 639 miliardi di dollari entro il 2026 (fonte: gminsights.com).
  • Secondo Trasparency Market Research questo stesso mercato potrebbe valere 536,6 miliardi di dollari entro il 2025 (fonte: globeswire.com).

Una cosa è molto chiara: qualsiasi tipo di stima si decida di prendere in esame, le proporzioni di questa crescita sono davvero impressionanti. E il periodo in cui siamo tutti immersi non farà altro che accelerare questa tendenza.

La Digital Health è davvero una rivoluzione appena iniziata. E qual è il “carburante” che la rende possibile? Qualcosa di molto semplice e decisivo: l’enorme quantità di dati che il digitale rende disponibile e “leggibile”.

La salute digitale parte dai dati

Si sente spesso dire che i dati sono il nuovo petrolio dell’era digitale. Una frase a effetto, ma che contiene molta verità. Ripartiamo dunque dalle basi, e vediamo cosa s’intende – tecnicamente – con “Big Data”, riportando la definizione di Gartner: “I Big Data sono asset di informazioni ad altissimo volume, ad altissima rapidità e/o di altissima varietà che richiedono forme innovative di analisi e interpretazione capaci di migliorare gli insight, il decision making e l’automazione dei processi”.

Per dirla in altro modo, con il digitale tutto resta “scritto” e tutto può essere analizzato: le caratteristiche delle persone, le scelte passate, la geolocalizzazione, i comportamenti abitudinari e quelli fuori dall’ordinario.

Si tratta di imparare a raccogliere questa enorme mole di dati e poi di interpretarla nella maniera più funzionale al proprio tipo di business e fare tutto questo in modalità il più possibile chirurgica e automatizzata (da qui l’importanza sempre crescente dei sistemi di Intelligenza Artificiale e di Machine Learning che, a loro volta, non possono che basarsi sul Cloud Computing).

Ora, riportiamo tutto questo nello specifico contesto della salute digitale. Che tipo di dati hanno a disposizione le company del settore?

  1. Innanzitutto, dati relativi alle transazioni: pagamenti digitali, fatture, documenti di stoccaggio, di trasporto e di distribuzione più in generale;
  2. Dati clinici. Naturalmente queste sono le informazioni più importanti e delicate, ed è di primaria importanza gestirle secondo le norme di legge, con un’altissima attenzione alla privacy e alla cyber-security. Parliamo dei dati che arrivano in tempo reale dai diversi dispositivi indossabili, ingeribili, impiantati sotto pelle, o dalle più semplici applicazioni per smartphone;
  3. Dati di utilizzo. In questo caso, si tratta delle modalità stesse con cui gli utenti si interfacciano con i dispositivi, e il loro comportamento nel tempo. Sono informazioni preziose per gli sviluppatori, al fine di migliorare e ottimizzare i propri prodotti;
  4. Dati social (ma non solo). Qui iniziamo ad allargare lo sguardo anche fuori dai dati forniti dai dispositivi stessi. È fondamentale per le company del settore, infatti, andare ad analizzare anche i dati che “raccontano” l’utilizzo dei dispositivi di healthcare, soprattutto sui social. Ma anche, ad esempio, sui motori di ricerca. Sono dati, questi, che dicono molto del cosiddetto sentiment e delle modalità di utilizzo delle persone.

Naturalmente, sono informazioni che vanno raccolte incrociando le fonti e adottando un’ottica omnichannel.

Se i Big Data, quindi, sono fondamentali per qualsiasi tipo di business, nel caso della Digital Health si va persino oltre. Ci sono infatti le ricadute in termini di sviluppo della tecnologia, ma anche quelle relativi alla ricerca medica e farmaceutica. Si possono poi prendere in esame gli stili di vita di vastissime fette di popolazione, monitorare l’incidenza di patologie più o meno gravi, cogliere dei trend sul nascere, ma anche valutare i decorsi a lungo termine. Senza dimenticarsi poi del fondamentale dialogo tra company e utenti: con l’analisi dei dati, infatti, si può davvero instaurare un dialogo one-to-one, “intimo” e personalizzato.

Per dirla in altro modo, dai grandissimi numeri e dai freddi dati, ci si può spingere fino alla vera e propria personalizzazione della salute e del benessere. L’obiettivo è quello di raggiungere un Customer Care Management su misura ma anche automatizzato. Un obiettivo che le aziende del settore possono raggiungere appoggiandosi a company specializzate proprio in questo ambito, che mettono al primo posto la sicurezza digitale, ma anche il continuo aggiornamento con la regolamentazione vigente.

Puntare a questa meta si può e si deve. Le opportunità, a riguardo, sono moltissime e tutte da cogliere e non è un caso che i più grandi e dinamici colossi del tech hanno iniziato a puntare gli occhi sul settore, ormai da qualche tempo.

Nel prossimo paragrafo, quello conclusivo, abbiamo deciso di prendere in analisi il modo in cui si stanno muovendo i tre giganti tecnologici del nostro tempo: Amazon, Google e Apple.

Amazon, Google, Apple: i giganti si stanno muovendo

Che i colossi del tech stiano investendo molto pesantemente nella Digital Health non è un segreto ed è qualcosa che deve far pensare, è un segnale molto chiaro di un trend che promette un futuro molto florido.

Partiamo da Amazon, che ha deciso di mettere in gioco il suo know-how sulla rete di distribuzione. La compagnia ha di recente formato una joint venture con Berkshire Hathaway e J.P. Morgan Chase che si pone come ambizioso obiettivo quello di ottimizzare e riformare dalle radici stesse le modalità di distribuzione dei dispositivi di Healthcare in tutti gli Stati Uniti.

Spostiamoci sul fronte di Google, la company che ha forse la strategia di penetrazione nell’ambito dell’healthcare più pervasiva e a lungo termine. Una strategia che è figlia, in primis, del dipartimento Google Wear, lanciato ormai nel 2014, ma che, oggi più che mai, guarda al futuro:

  • c’è, ad esempio, l’unità DeepMind, che sta applicando i più avanzati sistemi di Intelligenza Artificiale nell’ambito della salute digitale;
  • c’è anche Verily, un’altra controllata di Google (tramite Alphabet), interamente dedicata alle cosiddette Life Sciences;
  • o ancora, Calico, che si occupa specificamente dei problemi relativi all’invecchiamento (sempre nella galassia di Alphabet);
  • non da ultimo, viene la creazione di un intero dipartimento dedicato al settore, nominato Google Health.

Infine Apple, che ha invece una strategia forse meno visionaria, ma più basata sul presente. Il punto centrale è quello di ampliare le funzionalità dei suoi dispositivi wearable, come Apple Watch, rivolgendole sempre più all’Healthcare.

In conclusione: abbiamo visto che cos’è la Digital Health e perché è già diventato uno dei trend più forti dell’immediato futuro. Ciò che bisogna tenere sempre presente, è questo: al centro della trasformazione digitale ci sono i dati, certo, ma dai dati si deve passare alle persone e quello che le persone hanno di più prezioso è, appunto, la salute.