Il termine “disruption” sta diventando sempre più comune all’interno di convegni e conferenze legate, in particolare, al business.  

Il significato specifico della parola “disruption” è “rottura” e si colloca in un contesto di cambiamenti ed evoluzioni sempre più veloci, nel modo di fare, interpretare e pensare rispetto al passato. In particolar modo, oggi viene spesso inserito e utilizzato all’interno di discorsi legati alle innovazioni tecnologiche e alla tecnologia digitale. Un mondo che, come tutti sappiamo, ha avuto cambiamenti enormi e che continua ad averne.  

Ma perché stiamo parlando di “disruption”? Il contesto in cui noi andremo a collocare questo termine è quello della fruizione dei video online: da YouTube ai social media, sino alle piattaforme di streaming.   

La «disruptive innovation» è un’espressione coniata dall’accademico ed economista americano Harvard Clayton Christensen, che sta a definire l’effetto di una nuova tecnologia o di un nuovo modo di operare su un modello di business, che modifica totalmente la logica fino a quel momento presente nel mercato, introducendo comportamenti e interazioni nuove e rivoluzionando le logiche correnti.

 

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Com’è cambiata la fruizione dei contenuti? 

Il mondo dei video online, dei contenuti audio-video in generale ma anche artistici, culturali e di intrattenimento, ha subito un’importante evoluzione con la spinta enorme che hanno avuto le tecnologie digitali. Una spinta che sta portando sempre più verso la multicanalità.  

Queste “nuove tecnologie” ci permettono di accedere a tutti i tipi di contenuti, “grazie a Internet e a ciò che consente la trasformazione in bit, in contenuti liquidi, che si possono veicolare attraverso tutti i canali e riconvertire in tutte le forme fisiche quando serve” (fonte: agendadigitale.eu). 

Le tecnologie digitali ci permettono di accedere a qualunque tipo di contenuto in qualsiasi momento e in qualsiasi luogo. Un qualcosa che, nel nostro presente, ci sembra scontato e indispensabile ma che, a pensarci bene, rappresenta la nostra normalità solo da qualche decennio.  

Le informazioni dedicate a questo tema sono tantissime, quindi cercheremo di andare con ordine e ci affideremo principalmente ai dati per dimostrare questo cambiamento e questa accelerazione. Partiamo dall’importanza e dalla portata enorme che lo strumento dei video online ricopre nel nostro presente, sia all’interno dei business che nella vita quotidiana di ognuno di noi.  

 

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I video online all’interno dei business 

Che il video sia diventato il contenuto online per eccellenza ormai è risaputo. Far parte di un business e adottare una strategia di video marketing, è un ottimo modo per farsi notare sul mercato e le statistiche lo dimostrano. 

Partiamo col dire che la domanda di video online è in costante aumento, infatti:  

  • Il 54% dei consumatori vuole vedere più contenuti video di un marchio o di un’azienda che supporta (fonte: Hubspot). 

E questa statistica non riguarda il semplice intrattenimento, ma parliamo, per l’appunto, di veri e propri contenuti di brand. Il brand non è più il semplice marchio da cui decidiamo di acquistare un prodotto o un servizio, ma un vero e proprio punto di riferimento, di cui condividiamo idee e valori, può rappresentare una fonte d’ispirazione o addirittura uno stile di vita.  

  • L’88% dei marketer è soddisfatto del ROI generato dal video marketing sui social media (fonte: Wyzowl). 
  • I video marketer ottengono il 66% in più di lead qualificati all’anno (fonte: Optinmonster). 
  • 8 su 10 utenti hanno acquistato un software o un’applicazione dopo aver guardato il video del brand (fonte: Wyzowl). 
  • Nel 2022, l’82% del traffico internet globale arriverà da streaming e download (fonte: Cisco). 
  • Nel 2021, dopo il secondo lockdown, l’andamento dei consumi video ha subito un’impennata (+82%) (fonte: Comscore). 

Potremmo continuare a lungo, ma queste statistiche rendono bene l’idea sia del già detto che di quello che stiamo per dire.  

I video online nella vita quotidiana 

Nel corso degli ultimi tre anni – non a caso corrispondenti al recente periodo di pandemia da Covid-19 – si è verificato un sostanziale incremento dell’audience digitale italiana, arrivando ad una penetrazione del 75% sulla popolazione italiana maggiorenne (fonte: Sensemakers). 

Come appena accennato, per l’appunto, il periodo di pandemia ha contribuito in larga misura, non solo ad un aumento spropositato della fruizione dei contenuti online, in particolare dei video online, ma ha anche mutato il modo di fruirne.  

Insomma, la pandemia ha accelerato il processo di digitalizzazione, in tutti i settori, e ne risulta che i giovani siano gli “heavy users” di internet. E ciò non stupisce: disinteressati a programmi televisivi che, per quanto ci provino a risultare “giovanili”, tendono sempre a raccogliere attorno a sé la generazione dei baby boomer (età compresa tra i 50 e i 70 anni), i giovanissimi si sono rifugiati nel mondo dei video online: attraverso social media, YouTube, piattaforme di streaming.  

Secondo i dati raccolti da Sensemakers, facenti riferimento al periodo Gennaio – Novembre 2021 emerge che il tempo speso ogni giorno online, in ore, per fasce d’età ha avuto un incremento importante soprattutto per la fascia 18-24 anni. Si parla del 22% in più rispetto allo stesso periodo del 2019. 

Si pensi che solo YouTube raggiunge 21 milioni di persone tra i 25 e i 54 anni, ogni mese. Stiamo parlando dell’88% della popolazione italiana in quella fascia d’età. Il tempo giornaliero trascorso su YouTube è di più di 35 minuti al giorno, oltre che verificarsi un aumento del 75% del tempo di visualizzazione sugli schermi televisivi, aggiungendo nel ventaglio dei dispositivi anche le Smart TV. Ma su questo punto ci arriveremo nei prossimi paragrafi (fonte: thinkwithgoogle.com).  

È evidente che su tutte le fasce di età si è assistito a un aumento del tempo speso online, in particolare nei periodi di lockdown. Nella fase post-lockdown sono soprattutto giovani e anziani a registrare le maggiori crescite. 

I video online e il mobile 

Parliamo continuamente della necessità che tutti i contenuti, che siano video online o altro, debbano essere ottimizzati per mobile, in un momento in cui ci si sta muovendo, sempre più rapidamente verso un’ottica mobile-first 

Il mobile sta concentrando il tempo speso, in particolare nell’utilizzo delle mobile app che oggi rappresentano i tre quarti del tempo speso online, a partire dai principali social network, messaggistica online e YouTube (fonte: Sensemakers). 

Basti pensare che, in Italia, il numero degli smartphone risulta essere superiore a quello della popolazione: circa 80 milioni di dispositivi per 60 milioni di persone (fonte: Ansa). 

Gli schermi dei dispositivi mobile sempre più ampi – per avere una visione migliore dei contenuti che andiamo a guardare – e la quantità di app presenti sia per desktop che per mobile e addirittura, a volte, solo per mobile, sono segnali più che chiari.  

E sull’onda dell’evoluzione digitale che vogliamo spostare il focus su un tema più che attuale e che ci rivela un’altra faccia dei contenuti video online, che non si limita più a social network e YouTube ma comprende in sé le piattaforme streaming, sempre più in espansione.  

Gli italiani e le piattaforme streaming 

Come sempre, a dimostrazione delle nostre tesi presentiamo dei dati, che anche in questo caso, sembrano inequivocabili. 

La crescita dello streaming video digitale (+52% Y/Y) è di gran lunga superiore a quella della TV lineare (+11% Y/Y). Per non parlare dello sviluppo delle Smart TV, utilizzate dal 78% degli heavy user di video online, per il 52% del tempo trascorso in streaming. Inoltre, aumenta il consumo abituale (+7 punti percentuali tra 2° e 1° lockdown) e il gradimento dei servizi SVOD (con voto medio superiore a 8). I servizi cosiddetti SVOD fanno riferimento alle “Subscription Video On Demand”. 

Fino a qualche anno fa quando pensavamo a “streaming”, Netflix era il pensiero più immediato, nonostante abbia dei predecessori, ma sicuramente meno conosciuti.  

In Italia i primi sette servizi di streaming video a pagamento controllano il 91% del mercato. È questo ciò che emerge dalle statistiche di Just Watch relativamente al terzo trimestre del 2021. A dominare la scena sono rispettivamente Netflix e Prime Video: 28% di market share per Netflix; 27% per Prime Vide (fonte: Just Watch). 

Ma a cosa è dovuta questa enorme accelerazione del video streaming? 

Accelerazione del video streaming 

Come appena detto, il video streaming ha subito un’accelerazione enorme e abbiamo individuato 5 cause.

  1. La pandemia da Covid-19 ha accelerato l’adozione di piattaforme di video streaming.
  2. C’è un limite al numero di servizi per cui le persone sono disposte a pagare, ma i servizi supportati da pubblicità come YouTube o VVVID sono sempre presenti e gratuiti.
  3. I contenuti guidati dai creatori sono in aumento, con YouTube in testa.
  4. Ciò che le persone guardano, e come lo trovano, sta cambiando – molte più persone, rispetto all’anno scorso, sono disposte a guardare contenuti dal formato più lungo.
  5. Nonostante la lieve riduzione, sembra che la fine della pandemia non abbia comportato un calo drastico degli abbonamenti (fonte: thinkwithgoogle.com).

Il fattore curioso è come, nonostante i recenti rincari delle diverse piattaforme, gli utenti italiani abbonati sfiorino i 33 milioni, dato in crescita. Al momento i sottoscrittori unici di piattaforme video OTT pay sono 7,9 milioni, di cui ormai quasi la metà (il 45% per la precisione) è abbonata a due o più piattaforme. 

È chiaro che la pandemia non ha fatto altro che accelerare un percorso che risultava, però, già avviato, per cui il pubblico preferisce sempre più modalità di fruizione di video online, serie tv, film, senza vincoli di orario, di luogo e di dispositivo. E in aumento non sono solo gli abbonati ma anche i tempi di permanenza sulle piattaforme pay: si passa da un’ora e 26 minuti a luglio 2021, un’ora e 36 minuti a gennaio 2022. 

E questo aumento non riguarda solo le piattaforme a pagamento ma anche quelle gratuite, grazie alle quali si ha un accesso ad una mole di contenuti video online sempre nuovi e gratuiti. Gli utenti di queste piattaforme spendono, invece, circa un’ora per la visione di contenuti gratuiti (fonte: ey.com). 

Guardare al futuro: nuovi luoghi e modi di fare video online 

L’utilizzo dei device continua ad essere legato al tipo di piattaforma utilizzata. L’80% degli utenti di piattaforme a pagamento prediligono l’uso della Smart TV, mentre meno utilizzati sono il PC (25%) e lo smartphone (23%). Diversa è la modalità di fruizione delle piattaforme gratuite: i contenuti sono spesso di breve durata e la visione avviene anche in mobilità, per questo lo smartphone risulta ancora il device più utilizzato (44%) (fonte: ey.com). 

Abbiamo già citato le Smart TV e abbiamo notato come sia un dispositivo che sta prendendo il sopravvento nella fruizione dei contenuti video online. Oggi la TV si colloca in un panorama che si è ampliato ed evoluto. Si pensi che ben 10 milioni di italiani si connettono sul piccolo schermo per guardare contenuti su YouTube.  

E per distribuzione del tempo per la visione di contenuti in streaming tra i diversi device, la TV è al primo posto con il 56%. Secondo i dati di Sensemakers, la TV Connessa aumenta il proprio peso nel caso di:  

  • famiglie con figli conviventi (63%)  
  • fascia di età 35-64 (58%)  
  • alto livello di istruzione (57%)  
  • lavoratori full time (62%) 

Insomma le tendenze sono chiare. Oltre ai nuovi “luoghi”, lo sforzo che si sta facendo è quello di reinventarsi nei modi di fare contenuti video online, e questo è il caso di Rai Cinema. 

Il caso Rai Cinema 

Rai Cinema, che già nel 2019 aveva cominciato a sperimentare nel Metaverso, lancia una app VR (Virtual Reality), diventando una tra le prime media company ad investire nell’universo virtuale.  

Mettere in contatto il cinema con nuovi spettatori e stare al passo con le innovazioni tecnologiche è un modo nuovo e accattivante per raggiungere anche le fasce di pubblico più giovani e ampliare l’esperienza cinematografica in tutte le sue forme. 

Le piattaforme sono gratuite e accessibili da mobile e pc e gli utenti possono immergervisi alla ricerca di in uno spazio interamente dedicato a loro, guardando contenuti cinematografici, esplorando luoghi e oggetti iconici e partecipando ad eventi in streaming attraverso il loro avatar.  

Inoltre, la presenza di uno spazio dedicato al Museo Nazionale del Cinema di Torino offre la possibilità di visitare la Mostra 3D ispirata al film Diabolik dei Manetti bros e i fan potranno vedere persino un cut speciale del film. 

È chiaro come questo tipo di esperienza spinge, sempre più, le aziende a ripensare al modo di approcciare i propri consumatori, offrendo esperienze che siano al tempo stesso personalizzate, interattive e coinvolgenti.  

Conclusioni 

In questo articolo abbiamo avuto modo di constatare l’incremento enorme del consumo dei video online e il mutamento delle nostre abitudini e del modo in cui fruiamo questi contenuti. 

Tutto ciò inserito in un contesto di rivoluzione digitale e innovazioni tecnologiche che la fine della pandemia sembra non aver arrestato.  

Possiamo concludere, affermando che le potenzialità dei contenuti video sono evidenti e che il segreto è sfruttare tutte le nuove tecnologie a disposizione per creare esperienze sempre più memorabili.