Il video marketing ed il live streaming marketing non sono esattamente la stessa cosa.

Il live streaming, molto simile alle tradizionali trasmissioni radiotelevisive, è un flusso di dati che contiene informazioni audio e video che vengono trasmessi da una sorgente e che tramite una rete telematica giungono a uno o più destinatari. La particolarità del live streaming – o in diretta – è che il flusso avviene in tempo reale, quindi i dati non vengono salvati, ma semplicemente vengono trasmessi da un punto verso un altro.

Dato l’aumento sia dei video tradizionali che dei video live in streaming come forme di comunicazione, il dubbio per i marketer è: potranno coesistere ed essere due facce della stessa medaglia oppure uno sostituirà necessariamente l’altro?

 

Il video marketing: un trend in crescita

Il video marketing oggi è uno strumento fondamentale per la comunicazione e per l’invito all’azione. Il 96% delle aziende B2B utilizza i video per le loro campagne di marketing, poiché nel 73% dei casi questo si traduce in risultati positivi al ROI. Secondo un sondaggio di Event Report: “il 96% dei consumatori li considera utili per prendere decisioni d’acquisto, il 73% è più propenso ad acquistare qualcosa dopo averne visto un video e il 71% grazie ai video si fa un’opinione positiva del prodotto, servizio o azienda”.

Se il 2015 è stato dichiarato l’anno del Video Marketing non è un caso che negli ultimi tre anni questo trend non ha fatto che rafforzarsi. Infatti, il video makerketing è divenuto parte integrante del digital marketing mix per molte aziende.

 

I video in live streaming: un altro trend in crescita

I video live stanno impazzando su tutti i canali social per la loro comodità e velocità di creazione: niente montaggio e tanta improvvisazione e spontaneità. IBM osserva che gli utenti guardano video in diretta dalle 10 alle 20 volte più a lungo rispetto ai contenuti on-demand.

Molti attribuiscono il successo del live streaming marketing proprio alla spontaneità. Pare che piacciano agli utenti proprio per la loro naturalezza e semplicità dei contenuti creati, soprattutto quando questi sono associati ad una buona pianificazione. Del resto, come un programma TV in diretta anche in un video in streaming tutto può accadere! Tuttavia, le aziende ci vanno caute proprio per questo motivo. In un’azienda nulla si può lasciare al caso ed il rischio, nell’instant marketing, è sempre dietro l’angolo.

La prima app ad andare in questo senso è stata Meerkat. Si tratta di un’applicazione gratuita per lo Streaming, nata nel 2015, che interagisce facilmente con Twitter. Il funzionamento è davvero semplice: chiunque può iniziare una diretta e chiunque può visualizzarla. I contenuti, però, vengono persi non appena la diretta finisce. Nel giro di due settimane gli utilizzatori di Meerkat hanno raggiunto i 150.000, numeri che hanno spaventato il colosso Twitter il quale, per tutta risposta, ha acquistato Periscope, un’app streaming che permette però di visualizzare la diretta anche nelle 24 ore successive.

Dal 2017, infatti, i servizi streaming sono stati adottati da tutti i colossi social:

  • Facebook ed i video in diretta: aziende, brand e consumatori possono utilizzare i video in diretta per interagire meglio con gli altri utenti;
  • Twitter e Periscope: permette di incorporare dirette nel tweet cosicché i fruitori possano seguire un evento in tempo reale.
  • Instagram e le stories: le storie permettono, in pochi secondi, di raccontare episodi specifici ai clienti e sponsorizzare dettagli, ma i contenuti rimarranno attivi per sole 24 ore.

Appare evidente come il futuro andrà, quasi sicuramente, in questo senso, grazie soprattutto alla possibilità di poter interagire in tempo reale, ponendo domande, esponendo il proprio punto di vista e gettando le basi per una futura riflessione.

Ma può un contenuto che si “autodistrugge” immediatamente o dopo un giorno essere uno strumento di comunicazione efficace per le aziende? Può lo streaming sostituire davvero il video marketing?

 

Vantaggi e svantaggi del live streaming

I video in streaming sono più economici da produrre rispetto ai video tradizionali, soprattutto perché non richiedono sforzi di post-produzione. Basta uno smartphone ed il gioco è fatto. “È emozionante avere questa tela adesso e ridurre il costo della produzione video”, ha dichiarato Ryan Sullivan, vice presidente senior dei servizi di performance presso l’agenzia Performics.

Ma gli svantaggi? Innanzitutto c’è da chiedersi se i consumatori siano davvero disposti ad usufruire dei contenuti quando l’azienda ha deciso di effettuare la diretta. Nell’immediato, la risposta sembrerebbe essere no. Basti pensare alla diffusione della TV on-demand, che tanto piace al telespettatore poiché permette decidere esattamente in che momento vedere un film o un programma.

Tuttavia, lo streaming offre ai clienti una possibilità unica: la partecipazione. Gli spettatori dei live video non vogliono solo che venga raccontato loro qualcosa, ma vogliono esserne partecipi. Per questo motivo, l’82% dell’audience preferisce lo streaming ad un normale post nei social media.

Un video in streaming può essere sfruttato dalle aziende come strumento di comunicazione bidirezionale per ricevere feedback da parte degli spettatori, acquisire le loro domande e cercare nuovi spunti per future comunicazioni. Pur non rispondendo nell’immediato durante lo streaming alle domande poste, queste possono trovare un’adeguata risposta in un video tradizionale o in un post nel sito aziendale, dove rimarrà a disposizione di tutti, per un periodo di tempo pressoché illimitato.

 

L’interattività e la personalizzazione

Se, oltre alla fruibilità veloce e quotidiana, il punto di forza dello streaming è la partecipazione, vien da pensare che per rimanere sulla cresta dell’onda anche un video “tradizionale” debba, necessariamente, rendere partecipe lo spettatore.

Come?

La personalizzazione offre un’opportunità unica alle aziende. Cosa rende più accattivante un video se non il fatto che sia cucito su misura per chi lo riceve? La personalizzazione rende l’utente molto più partecipe rispetto ad un video statico, poiché esso si sente al centro della storia  e non un semplice spettatore.

Anche l’interattività può essere un’ancora di salvataggio per i video tradizionali. Se un video è interattivo, l’utente è partecipe (anche molto di più che in uno streaming). La storia, che varia a seconde delle caratteristiche e scelte del cliente, diventa molto più accattivante e coinvolgente. Lo Storytelling, l’arte del raccontare, è un’ottima strada per il successo perché le storie esprimono informazioni rilevanti e coinvolgenti, quindi perché non rendere l’utente il vero regista?

Personalizzazione ed interattività sono le key feature dei Doxee Pvideo®, video personalizzati in base alle caratteristiche dell’utente che permettono di compiere azioni direttamente all’interno del video. Permettono di veicolare informazioni in maniera chiara, divertente ed accattivante, così da tenere l’utente “incollato” allo schermo ed invogliarlo a compiere un’azione – che sia ottenere più informazioni o acquistare un prodotto/servizio.

 

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