L’edge computing nel settore telco apre moltissime opportunità, in termini di efficienza, sostenibilità e impatto ambientale. Per questo, rappresenta una sfida notevole ma irrinunciabile per tutte le aziende del settore che vogliano essere competitive da qui ai prossimi anni. 

La trasformazione digitale ha fornito e sta continuando a fornire una grande quantità di soluzioni capaci di modificare ogni business e di fornire delle occasioni irripetibili di crescita e di sviluppo che devono essere colte al volo, senza perdere tempo. 

Non fa eccezione a questo discorso il settore delle telecomunicazioni, che in questi anni sta cambiando notevolmente pelle, anche per via del suo stesso core business, e che anzi ha la necessità di rinnovarsi e aggiornarsi costantemente. 

Ne va non solo della capacità di competere sul mercato, ma anche della qualità stessa dei servizi e dei prodotti messi a disposizione per migliorare l’esperienze e l’engagement dei clienti. 

Senza considerare che molte di queste soluzioni tecnologiche sono anche importanti per rendere più efficiente il funzionamento dell’azienda e garantire un’organizzazione migliore dal punto di vista della capacità di adattarsi alle diverse situazioni e al contesto di riferimento. 

Una di queste soluzioni che si sta imponendo nel mondo telco e che promette di assicurare notevoli benefici allo stesso è il cosiddetto edge computing, che letteralmente si traduce come “elaborazione al margine” e che non solo promette di cambiare il modo in cui questo business è strutturato, ma anche di aprire delle nuove prospettive sulle modalità di gestione e fornitura dei servizi ai clienti.

 

New call-to-action

 

Che cos’è l’edge computing? 

Per capire effettivamente quale impatto ha l’edge computing e quali opportunità potrebbe aprire per le aziende del settore delle telecomunicazioni è bene partire da una definizione. 

L’edge computing è “un’architettura distribuita di micro data center, ciascuno in grado di immagazzinare ed elaborare i dati a livello locale e di trasmettere questi dati a un data center centralizzato o a un repository di storage in cloud” (fonte: Internet 4 Things).  

In altri termini, si tratta di un modello di calcolo distribuito nel quale l’elaborazione dei dati avviene il più vicino possibile al luogo in cui i dati stessi vengono generati. 

Questo tipo di impostazione si contrappone all’elaborazione centralizzata che è tipica delle organizzazioni più tradizionali. 

 

Differenza tra edge computing e cloud computing 

In particolare, l’elaborazione centralizzata è tipica di quei servizi offerti on demand da un provider che lavora con la rete attraverso l’impiego di diversi server reali, organizzati in architetture ad alta affidabilità e fisicamente collocati presso il centro dati del fornitore del servizio, dunque tutti più o meno raccolti in un medesimo punto. 

Questo tipo di organizzazione, però, non è sempre efficiente e conveniente per gli operatori, specialmente quando sono da processare grandi quantità di dati contemporaneamente e per lunghi periodi. 

In questi casi, i data center centralizzati si rivelano soluzioni grandemente costose, molto dispendiose dal punto di vista energetico e talvolta poco gestibili. 

Per ovviare a questi problemi di gestione centralizzata, in prima battuta è stato introdotto il cloud che effettivamente porta con sé alcuni vantaggi evidenti, dal momento che la migrazione dei carichi di lavoro sulla nuvola riduce notevolmente i costi del data center e contestualmente permette di avere accesso a delle risorse di storage e di potenza di calcolo virtualmente illimitate e disponibili in ogni momento su richiesta dell’utilizzatore. 

Nonostante questo, il cloud computing non risolve completamente le criticità di un’architettura centralizzata per una serie di motivi. 

Per prima cosa, non tutte le applicazioni sono portabili in cloud. In secondo luogo, non sempre il cloud assicura delle connessioni stabili e affidabili che permettono di gestire dati provenienti da fonti diverse con flussi continui. Infine, anche il cloud non riesce a risolvere il tema della latenza.

Proprio per questi evidenti limiti tecnici, si è fatta largo rapidamente in più settori l’architettura edge computing, che grazie alle sue caratteristiche permette di apportare miglioramenti al business delle telecomunicazioni (e a molti altri). 

 

New call-to-action

 

Come funziona una architettura di edge computing? 

Dalla breve definizione che è stata data sopra, appare chiaro che la parola più adatta per descrivere il funzionamento dell’edge computing è “decentralizzazione”. 

Ma questo cosa significa concretamente? 

Significa che a differenza di un’organizzazione centralizzata, questa tipologia di rete distribuisce per tutta la sua estensione dei “micro data center” capaci di processare i dati rilevanti localmente e successivamente, una volta che sono stati elaborati, di inviarli a un data center centrale ad ogni occorrenza. 

In questo modo, device e piccoli sistemi elettronici SFF possono lavorare in autonomia nella gestione e nella raccolta di parte delle informazioni, sostituendo almeno parzialmente il data center centrale, che viene coinvolto solo in un secondo momento a seconda di quelle che sono le necessità da assolvere. 

Un esempio di come funziona una architettura del genere lo fornisce l’IoT specialmente quando è impiegato nel contesto della produzione industriale: in questo caso, i sensori IoT vengono posti lungo l’intera catena produttiva, così da riuscire a raccogliere ed elaborare continuamente e in poco tempo grandi volumi di dati che possono poi essere impiegati già in loco per ridurre o prevenire guasti e malfunzionamenti. 

In questo modo, non c’è bisogno di impiegare tempo e risorse (sia monetarie che energetiche) per trasferire tutti questi dati a un data center centrale più distante, visto che il monitoraggio e la gestione dei dati è già garantita localmente e quindi il passaggio può avvenire in un secondo momento. 

Un ulteriore esempio di impiego che può aiutare a figurarsi concretamente il funzionamento di un’architettura di edge computing è rappresentato dai veicoli connessi 

Grazie a questo tipo di tecnologia, i guidatori di autobus e treni possono monitorare l’afflusso dei passeggeri, oppure i camionisti possono individuare il tragitto più veloce, dal momento che ogni mezzo si muove all’interno di una piattaforma di connessione standardizzata, condividendo con gli altri veicoli un gran numero di informazioni e creando così una rete affidabile e sicura. 

Lo stesso principio è alla base anche dei veicoli a guida autonoma, che devono necessariamente elaborare a bordo i dati in tempo reale per poter arrivare a destinazione in modo veloce e sicuro e che si connettono a un server centrale solo in alcuni momenti per degli aggiornamenti. 

Questi sono solo pochi esempi, ma le applicazioni e i settori in cui implementare questa architettura sono numerosissimi e molti hanno ancora ampi margini di evoluzione, come appunto l’ambito delle telecomunicazioni.  

Del resto, lo hanno sottolineato gli stessi esperti del settore telco: l’edge computing è una delle soluzioni più promettenti per la crescita e lo sviluppo del business anche alla luce delle sue stesse caratteristiche e del sistema di funzionamento.

 

Una grande sfida ma anche una grande opportunità 

La stessa cosa è emerso anche da un report sul tema realizzato da Vertiv, che è un provider di soluzioni digital per le infrastrutture critiche, il quale si è chiesto se e che tipo di impatto possa avere l’edge computing sulle telecomunicazioni. 

Ciò che emerge in prima battuta è che le telecomunicazioni si stanno muovendo (e si devono muovere) con decisione ed entusiasmo verso l’edge computing. 

Solo tramite questa architettura è, infatti, possibile per gli operatori del settore sviluppare dei servizi legati alla rete 5G, all’IoT o ad altre tecnologie similari. 

Del resto, non è pensabile poter sviluppare e diffondere servizi di questo tipo in modo affidabile, efficiente e che sia nello stesso tempo sostenibile senza usare una tecnologia che contribuisca ad abbassare il dispendio energetico richiesto e a mantenere però alta la stabilità. 

In questo senso, non ci sono alternative: l’edge computing è una delle tappe necessarie per realizzare una trasformazione radicale della gestione dei data center nell’ambito delle telecomunicazioni e per mettere in atto nello stesso tempo una decisa svolta ecosostenibile, a beneficio anche di un servizio capace di adattarsi alle sfide e alle criticità che la questione ambientale porrà da qui ai prossimi anni (fonte: Network Digital 360). 

Ecco perché molte aziende stanno sempre più spingendo per sfruttare le torri cellulari 5G e piccoli data center prefabbricati o ancora hardware, tipo i nodi gateway, per raccogliere ed elaborare i dati il più vicino possibile al cliente o al device di riferimento, riducendo l’impatto di tutte queste attività. 

Per farlo, ovviamente, tutti i player avranno bisogno di organizzare attentamente ogni fase di implementazione e individuare i partner giusti che non solo garantiscano una copertura migliore, ma che abbiano anche un know how e una moltitudine di soluzioni a disposizione adatte a facilitare questa cavalcata verso l’edge computing. 

 

Quali vantaggi ci sono a spostarsi ai margini della rete per una telco? 

Parte dei benefici dell’edge computing sono già stati esposti, ma ovviamente ce ne sono molti altri di cui dare conto. 

Innanzitutto, una serie di vantaggi che le telco possono ottenere implementando un’architettura edge è legata a dei miglioramenti di tipo tecnico (fonte: Red Hat) Decentralizzare la raccolta e l’elaborazione dei dati permette, tra le altre cose, di ridurre i tempi di latenza e quindi dà la possibilità ai provider di fornire servizi e applicazioni ad alta efficienza per la gestione e il monitoraggio dei dati in tempo reale. 

Tra l’altro, questo efficientamento va a beneficio di quelle applicazioni che richiedono strutturalmente dei tempi di risposta, poiché i tempi si riducono e di conseguenza la fruizione per il cliente migliora e diventa più fluida, come accade con la realtà aumentata e la realtà virtuale.  

L’edge computing, inoltre, permette di evitare i vincoli legati alla larghezza della banda e di ridurre gli errori di servizio, nonché di garantire dei trasferimenti più sicuri dei dati sensibili, dal momento che la vicinanza alla fonte delle informazioni assicura alle aziende di poter mantenere lo stesso livello di potenza nell’elaborazione locale evitando breach di ogni tipo.

Le telco che implementano l’architettura edge possono poi contare su un notevole risparmio dei costi non dovendo più assicurare costantemente una larghezza di banda tale da garantire uno scambio ininterrotto tra il data center centrale e i siti periferici.

In aggiunta a questo, attraverso l’edge computing, le telco possono anche costruire una rete maggiormente resiliente, in grado di mantenere la propria operatività anche in condizioni complesse o in caso di imprevisti. 

Questo è dovuto al fatto che in un modello edge le sedi periferiche hanno una certa autonomia di gestione e riescono a mantenere un buon livello di potenza di elaborazione e per ciò possono continuare a lavorare anche se il data center centrale ha dei problemi o smette proprio di funzionare. 

Infine, una piattaforma basata sull’edge facilita anche la corretta esecuzione delle operazioni per lo sviluppo di molte applicazioni, offrendo una migliore interoperabilità, funzionale a supportare una varietà notevole di ambienti hardware e software. 

 

I vantaggi per la telco si riflettono nei vantaggi per i clienti 

Tutti questi vantaggi hanno evidentemente una ricaduta sul servizio che le stesse telco riescono a fornire ai propri clienti, che sono in ultima battuta i beneficiari ultimi di questo tipo di architettura. 

Solo grazie all’edge computing, infatti, gli utenti possono avere accesso quasi ovunque alla tecnologia 5G, avendo una stabilità di connessione costante e una buona velocità di navigazione ovunque e in ogni momento.

A questo si aggiunge la consapevolezza che il proprio traffico dati è protetto e sorvegliato in modo più efficace grazie a una notevole di riduzione dei trasferimenti dalla periferia al centro della rete.

Tra l’altro, nel medio periodo, questa struttura orizzontale permetterà alle telco di sviluppare nuove soluzioni digitali che si traducono in nuovi servizi di connessione da poter mettere sul mercato e, di conseguenza, nuovi flussi di profitto per tutti gli operatori del settore.

 

Ma non è tutto oro quel che luccica 

Nonostante quanto è stato detto sopra, non si può trascurare un aspetto, ovvero che l’edge computing apre non solo molte prospettive di sviluppo, ma anche qualche “minaccia”, che le telco devono prevedere e per cui si devono preparare. 

Lo sviluppo dell’edge, infatti, non “fa gola” solamente ai player del settore delle telecomunicazioni, ma anche ad altri soggetti che possono entrare nel mercato come competitor diretti e indiretti (fonte: Network Digital 360).  

Da questo punto di vista, Amazon, Google, ma anche Ericsson e Nokia hanno già mostrato la volontà di iniziare a competere con gli operatori tradizionali nel mercato dell’edge computing, sottraendo potenzialmente delle fonti di profitto alle aziende di telecomunicazione tradizionali. 

A questi si aggiungono anche i provider di cloud pubblici, che contribuiscono a rendere il contesto variegato, complesso e per molti aspetti sfidante (fonte: Vertiv). 

Questo significa che per cogliere veramente i benefici che l’edge computing promette, i provider telco devono costruire attentamente la loro strategia, decidendo di muoversi da sole e sviluppando internamente le tecnologie e competenze necessarie a seconda degli obiettivi e dei partner a disposizione con cui collaborare. 

In un caso o nell’altro, bisogna essere comunque consapevoli di come l’edge computing stia raggiungendo un crack e che chi resta escluso dalla corsa potrebbe cedere suo malgrado ai competitor fonti di profitti molto importanti.