Welfare: cos’è il benessere di un’azienda 

Il welfare aziendale consiste in un insieme di attività e iniziative volte a migliorare la qualità della vita e il benessere generale dei dipendenti di un’azienda e delle loro famiglie. Così facendo si va ad incrementare il potere d’acquisto delle famiglie senza che aumenti il reddito imponibile. Il welfare rappresenta quindi uno strumento di grande importanza per stabilire un equilibrio tra sfera privata e lavorativa, nonché per creare un clima aziendale ottimale ad aumentare la motivazione e il rendimento dei lavoratori. 

Spesso, inoltre, al concetto di welfare viene affiancato quello di wellbeing aziendale, con il quale si intende una condizione di totale salute psico-fisica del lavoratore, anche sotto il punto di vista sociale, professionale e finanziario. 

Uno degli elementi basilari di questo approccio è sicuramente la distribuzione di quote di profitto Una Tantum in caso di particolari traguardi raggiunti o il sostegno finanziario nella eventualità il Collaboratore esprima l’esigenza di soddisfare dei bisogni personali o familiari. Inoltre si assiste sempre più all’istituzione di servizi dedicati per i figli dei dipendenti, in particolare come supporto alle Collaboratrici con bambini, e alla possibilità di fruire di convenzioni commerciali, sanitarie e di servizi, che l’azienda, in virtù della propria forza contrattuale, stabilisce con enti e imprese. 

È dunque necessario, soprattutto al giorno d’oggi, che le aziende si attivino per implementare al loro interno progetti welfare e sfruttare al meglio le potenzialità e i vantaggi che ne derivano, sia nel breve che nel lungo periodo. 

In Italia abbiamo importanti realtà aziendali orientate da tempo in tal senso (Ferrero, Brunello Cucinelli, Ferrari, solo per menzionare le più note), all’interno delle quali, e anche nel tessuto sociale circostante, il personale dipendente, con i relativi nuclei familiari, si identifica nell’azienda, avvertendola come Partner della propria vita e punto di riferimento e sostegno in caso di bisogno. È, quindi, essenziale ed evidente quanto gli sforzi ed investimenti propesi in questa direzione siano proficui per l’impresa e, a ricaduta, sull’intero territorio in cui essa operi. 

È di questi giorni la notizia di un accordo in fase di analisi fra Banca Intesa e i Sindacati di categoria per istituire la “settimana corta”, composta di quattro giorni lavorativi, con l’aumento di una sola ora al giorno. In termini immediati ci sarebbe per l’Istituto un notevole risparmio dei costi energetici, senza calcolare la gratificante possibilità per il dipendente di poter disporre di un giorno festivo in più. 

Lo stesso “smart working”, al di là di situazioni contingenti, quali le restrizioni sanitarie, è un tentativo di riequilibrare i rapporti e le esigenze fra impresa e personale dipendente. Tale forma di rapporto fra datore di lavoro e dipendente innesta un meccanismo di interscambio fra gli attori che produce una maggiore e migliore redditività aziendale globale. L’affezione che ne deriva costituisce uno zoccolo duro con cui poter affrontare momenti critici e/o situazioni di particolare stress d’impresa. 

 

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Come attuare un piano welfare 

Mettere in pratica un piano di benessere aziendale non è facile come può sembrare. Un’impresa deve mettere in pratica una strategia ben precisa che possa soddisfare esigenze e bisogni di tutti i lavoratori, in modo da recare beneficio non solo al singolo ma anche all’intero ambiente aziendale. Innanzitutto, è importante valutare le possibili criticità per poter scegliere al meglio le soluzioni da adottare in azienda. Infatti, in base al tipo di settore in cui si opera, alle dimensioni e al numero di dipendenti, bisognerà utilizzare strumenti differenti e implementare proposte di welfare su misura. 

Sono dunque necessari diversi passaggi da mettere in atto per una corretta pianificazione welfare, tra cui un’analisi del contesto e delle esigenze dei dipendenti e un costante monitoraggio dei risultati ottenuti. Inoltre, una soluzione efficace potrebbe essere quella di affidarsi a società provider di servizi di welfare aziendale, o avere professionisti all’interno dell’azienda stessa in grado di semplificare e migliorare lo sviluppo di piani strategici. 

A tal proposito, una figura importante è quella del welfare manager, che si pone come punto d’incontro degli interessi dell’azienda e dei singoli dipendenti e ha il compito di ideare strategie volte a migliorare la vita delle persone sia all’interno dell’ambiente lavorativo che al di fuori. 

Tra gli elementi forse più importanti da introdurre in un piano di welfare aziendale ci sono i cosiddetti flexible benefit, che vanno a favore, in particolare, delle medie e grandi imprese. Si tratta di una serie di beni o servizi che l’azienda mette a disposizione in aggiunta alla retribuzione standard. Questo va decisamente a vantaggio dell’impresa stessa, oltre che dei singoli dipendenti, in quanto aumenta l’employer branding e la probabilità stessa che i lavoratori vogliano rimanere in una determinata azienda. Tra questi benefit ci sono borse di studio, corsi di lingua, abbonamenti, convenzioni e tanto altro. 

Un’altra azione da implementare per una corretta pianificazione è a livello comunicativo: è fondamentale che l’azienda si impegni a comunicare e condividere con i propri dipendenti il progetto welfare ideato, in modo da informarli dei vantaggi di cui dispongono. La fidelizzazione aziendale dei collaboratori è costituita infatti da due fattori: uno di carattere emotivo e motivazionale, con la condivisione dei progetti d’impresa e il relativo coinvolgimento del personale; l’altro è dato da elementi di tipo concreto, quali determinati vantaggi che l’azienda mette a disposizione del proprio personale. 

 

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Vantaggi di un welfare aziendale 

Come già accennato, la pianificazione di un welfare aziendale permette di ottenere vantaggi sia dal lato dell’azienda che dal lato del lavoratore. L’azienda deve costantemente attivarsi per migliorare la propria immagine e reputazione: il conflitto e la competizione inter e intra brand sono ormai tra le priorità principali di un’impresa. Oltre alle problematiche in termini di strategie di marketing e di qualità di prodotti e servizi offerti, infatti, per rafforzare la competitività è necessario attuare politiche interne di gestione per motivare il personale e stimolare le interazioni fra i collaboratori in modo che siano fonte di maggiore partecipazione. 

Il personale può giovare dei diversi vantaggi innanzitutto da un punto di vista finanziario: aumenta infatti il potere d’acquisto della famiglia, che può utilizzare la totalità del denaro in servizi welfare senza che siano soggetti a tassazione. 

Un altro beneficio è sicuramente a livello psico-fisico e personale; ogni individuo, grazie alla fruizione dei benefici di welfare, sarà sicuramente più coinvolto e motivato a svolgere i propri incarichi, con un conseguente miglioramento delle performance generali e un aumento della soddisfazione personale, elemento da non sottovalutare per la propria realizzazione in ambito lavorativo. 

Studi psicologici rilevano come anche un aumento della cosiddetta identità aziendale favorisca un maggior benessere generale all’interno dell’ambiente lavorativo, in quanto contribuisce ad aumentare il senso di appartenenza di gruppo che ogni individuo ha e ad ottenere prestazioni migliori sotto vari punti di vista. Tutto ciò porta senza dubbio ad un’efficienza aziendale superiore e ad un raggiungimento dei traguardi più performante. 

Grazie all’utilizzo di piani welfare sarà inoltre possibile creare un ambiente lavorativo gradevole e dei rapporti fra collaboratori più fluidi, empatici e vivaci. Un’azienda dovrebbe impegnarsi a riconoscere gli sforzi e le riuscite dei propri dipendenti, premiandoli e spronandoli a migliorare sempre di più; dovrebbe, inoltre, agevolare la vita del lavoratore, con orari flessibili e che permettono di conciliare impegni extra-lavorativi, che non possono mai mancare, e fornendo agevolazioni alla mobilità per tutti i pendolari. 

L’importanza di un conto welfare 

Un piano welfare aziendale mette a disposizione per i dipendenti numerosi servizi e vantaggi, che possono essere tutti riuniti all’interno di un conto welfare, strumento fondamentale per poterne usufruire in maniera concreta e funzionale. Si tratta di una piattaforma, a cui si accede tramite un portale digitale, attivata dall’azienda in accordo con i sindacati, all’interno della quale ogni collaboratore può gestire un credito da utilizzare in differenti modi. 

Grazie all’uso di un conto welfare, il dipendente può richiedere il rimborso, totale o parziale, dopo aver effettuato una spesa, caricando sul portale scontrini o ricevute; oppure, può decidere di versare la somma presente sul conto, parzialmente o per intero, sul proprio fondo previdenziale, o, se previsto dall’azienda, sul fondo sanitario, per poter coprire le spese mediche. Si possono inoltre generare voucher per accedere ad un’ampia gamma di servizi preso strutture convenzionate; tra questi si possono scegliere viaggi, abbonamenti a mezzi pubblici, corsi di formazioni e tanto altro. 

Alcuni esempi di benefit aziendali 

Alcuni tra i benefici offerti più graditi da parte dei dipendenti abbiamo quelli riguardanti la salute personale; questo soprattutto dopo l’emergenza Covid-19, che ha portato moltissime persone a necessitare di molto più aiuto medico rispetto agli anni precedenti. Vengono infatti adottate sempre più soluzioni di assistenza sanitaria, sia per sé stessi che per i familiari, e psicologica, nonché numerose opzioni di cura per figli e anziani; alcune aziende scelgono, inoltre, di fornire convenzioni presso strutture private. 

Un altro aiuto da non trascurare è quello per la contribuzione per il fondo pensione e le agevolazioni per servizi di baby sitting e asilo nido. Altri benefit aziendali sono sicuramente tutti quelli riguardanti la cura della persona, come abbonamenti per palestre e terme, ma anche per viaggi, cultura, carburante, tasse universitarie, spesa alimentare e mense.