Il mondo del libro si sta facendo sempre più digitale ele opportunità si stanno moltiplicando, soprattutto sul versante video. In questo articolo vediamo i pilastri e le best practice per costruire la miglior video strategy nell’editoria digitale.

L’industria editoriale non è solo un’industria. Ha le sue specificità, certo, ma soprattutto ha un valore centrale per le nostre società; un valore che, talvolta, si rischia di far passare in secondo piano.

Non si tratta di vuote frasi retoriche e questo periodo così complicato in cui tutti noi siamo ancora immersi l’ha dimostrato molto bene.

Il libro è stato riconosciuto come “bene essenziale”. Ma non è stata solo una questione di etichette o di decreti legislativi. Sono le persone stesse ad averlo “certificato” e sono i dati stessi a dirlo. E ci riferiamo ai dati, davvero sorprendenti, sulla tenuta del settore nel 2020 l’anno che, come tutti sappiamo molto bene, è stato funestato dall’epidemia di Covid-19.

L’industria editoriale italiana, infatti, ha chiuso i 12 mesi con un segno più; per essere precisi + 2,4% rispetto al 2019. Il dato si fa ancora più interessante perché si inserisce in una tendenza europea che rispecchia (con alcune eccezioni) la stessa inaspettata crescita (fonte: ilPost)

La prima domanda da farsi è questa: che cosa ha permesso questa resistenza (o forse sarebbe più adeguato dire “resilienza”) del comparto? Non c’è una risposta univoca, naturalmente.

Ci sono le scelte delle persone, innanzitutto, relative al loro tempo libero. Ci sono stati poi aiuti e agevolazioni, anche a livello di regolamentazioni.

Ma l’aspetto che emerge con più forza è uno: il digitale. La massiccia e rapida implementazione del digitale in un settore che, storicamente, si era dimostrato più lento e restio su questo versante.

È importante sgomberare subito il campo dagli equivoci: non si tratta della sostituzione del libro cartaceo con supporto digitali. C’è anche questo aspetto, ma i numeri ci dicono che non è quello centrale. Piuttosto si tratta di tutto quello che ruota intorno al libro, dal marketing, alla vendita (anche per le piccole librerie), fino alla fidelizzazione e alla costruzione di un rapporto più intimo e multi-channel con i lettori.

Abbiamo dedicato un intero articolo all’approfondimento di questo campo, sviscerando le diverse opportunità che la Digital Transformation apre per l’industria editoriale.

Ora, invece, vogliamo concentrarci su un aspetto specifico e decisivo; sullo strumento che si è rivelato più efficace nell’ecosistema digitale: parliamo del video. E parliamo dell’importanza di implementare una video strategy nell’editoria digitale.

Seguiteci con attenzione, perché i margini da aggredire sono davvero importanti. Partiamo subito con alcuni numeri che, da soli, dicono moltissimo sull’efficacia di questo strumento ai nostri giorni.

 

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L’efficacia dello strumento video, in numeri

Dunque, il video è il re dei contenuti digitali, il più efficace, quello capace di calamitare la massima attenzione degli utenti, quello che coinvolge di più.

Senza perderci in troppe parole, ecco alcuni eloquenti dati a supporto:

  • Oggi, circa l’82% dell’intero traffico su internet è generato dai video. Nel 2017 questa percentuale era del 72,3% (fonte: Cisco Annual Internet Report).
  • Ogni giorno, solo su YouTube, vengono visualizzate oltre 1 miliardo di ore di video (fonte: YouTube).
  • Sono circa 100 milioni le ore di video guardate ogni giorno su Facebook, e sono in aumento costante (fonte: 99firms).
  • Su Instagram, i post che contengono video registrano un engagement medio più alto del 38%, rispetto a quelli che contengono immagini (fonte: Mention.com).

Questo per quanto riguarda i numeri assoluti. Ora concentriamoci sul fronte dell’attenzione:

  • Il 55% delle persone presta più attenzione nel momento in cui si approccia ai video rispetto a qualunque altro tipo di contenuti (fonte: Omnikick).
  • Quando visualizza un video, l’utente medio trattiene il 95% del messaggio in esso contenuto; se si parla di testi, questa percentuale crolla fino a scendere al 10% (fonte: Insivia).
  • Non a caso, l’85% dei marketer considera il video lo strumento migliore per ottenere attenzione online (fonte: Animoto).

A proposito di marketing: prendiamo in considerazione, infine, alcune statistiche incentrate sui pareri degli esperti del settore:

  • L’87% dei marketer utilizza il video nelle proprie strategie (fonte: Wyzowl).
  • E l’88% di loro si dichiara soddisfatta del ROI generato dalle campagne di videomarketing (fonte: Wyzowl).
  • Secondo il 97% dei marketer il video è fondamentale per far sì che i clienti abbiano una migliore comprensione dei prodotti e dei servizi (fonte: Hubspot).
  • Oggi l’81% dei business usa i video come strumento di marketing. L’incremento rispetto all’anno scorso è stato di ben il 63% (fonte: Hubspot).

E, visti tutti questi numeri che abbiamo appena snocciolato, il dato non ci stupisce affatto!

 

I pilastri di un’efficace video strategy nell’editoria digitale

I numeri che abbiamo sviscerato nel paragrafo precedente dimostrano con chiarezza e grande eloquenza che il video è il mezzo più efficace nell’ecosistema digitale; e che, di conseguenza, ci sono sempre più video online. E questo ci porta al rovescio della medaglia. In mezzo a questo affollamento, come fare per differenziarsi e catturare l’attenzione del giusto pubblico, veicolando i giusti messaggi?

Non c’è una risposta univoca, naturalmente, ma ci sono alcuni punti fissi: e su questi va costruita la video strategy nell’editoria digitale.

Il primo è molto semplice… ma solo in apparenza.

Si tratta di capire, innanzitutto, “chi si è”, con quale “tono di voce” ci si vuole presentare: un tono di voce che dev’essere il più possibile coerente nel tempo.

Il secondo punto riguarda il canale: la coerenza comunicativa, infatti, non dev’essere cieca e monolitica. Creare un video che verrà distribuito solo sul proprio sito web è diverso, ad esempio, dal creare un video per i social.

Ci sono differenze importanti anche tra i video diffusi tramite Instagram rispetto a Facebook o – ancor di più – tramite TikTok (se ci si vuole rivolgere ai più giovani). Ogni piattaforma ha le proprie regole e le proprie best practice, in termini di durata, formato, target potenziale, meccanismi di attenzione e di engagement.

Inoltre, va sempre tenuto presente anche questo: la fruizione di un video da desktop è molto diversa rispetto a una fruizione da tablet e – soprattutto – da mobile.

Ecco perché, in questo campo, la parola chiave è: ottimizzazione omnichannel (ma con un occhio di riguardo al mondo degli smartphone; è questo lo strumento principale attraverso cui accediamo a internet. Una preponderanza che sarà sempre più marcata).

Il terzo punto riguarda il pubblico, dunque il destinatario; o – per meglio dire – i destinatari. E su questo torneremo in chiusura dell’articolo, quando accenneremo al tema della personalizzazione (su cui, lo anticipiamo già, ci concentreremo specificamente nell’ultimo articolo di questo ciclo dedicato all’editoria nel mondo digitale).

Insomma, questi sono i tre pilastri principali per mettere in piedi una strategia video efficace, ma crediamo sia importante affiancarli a questi ulteriori aspetti, da tenere sotto controllo con grande attenzione:

  • Studiare i competitor: cercare di imitare le campagne di video-marketing di aziende di comparti molto diversi da quello editoriale può essere poco utile, se non controproducente. Meglio guardare ai migliori nel proprio campo; capire che cosa funziona e che cosa no: prendere spunto, ma stando sempre attenti a distinguersi.
  • Essere regolari: una cadenza ordinata e ricorsiva è un requisito fondamentale per un’efficace video strategy nell’editoria digitale. Tutti i tipi di piattaforma, da YouTube fino ai social, premiano la regolarità.
  • Creare collaborazioni: questo è il modo migliore per ampliare la potenza di fuoco delle vostre campagne di video-marketing…senza però sparare nel mucchio. Il settore editoriale, in questo campo, ha grandi opportunità da sfruttare. Ci sono i cosiddetti “book influencer”, certo. Ma ci sono anche scrittori con ampie e consolidate base di fan. Librerie che, sempre più, si sanno muovere agilmente anche nel mondo digitale. Ma non solo: l’ecosistema dei libri è davvero ampio; pensate al giornalismo, all’attualità, ma anche alla moda, allo sport, alla scienza (e questo solo per fare alcuni esempi).

Insomma, un libro crea sempre connessione tra mondi: si tratta di imparare a traslare queste connessioni anche nel mondo digitale, con tutta la potenza dello strumento video.

Alcuni esempi concreti di utilizzo dei video nel mondo editoriale?

I booktrailer (che hanno ancora enormi margini di crescita), le presentazioni dei libri (con lo scoppio della pandemia questa pratica è diventata rapidamente diffusissima), le interviste con gli autori, veri e propri spin-off di approfondimento a partire dai libri, in alcuni casi ci si può spingere fino alla creazione di micro-documentari.

Attenzione, però, a non scordarvi dello snodo più importante di ogni tipo di strategia: il destinatario finale. E su questo punto concentriamo il proprio paragrafo, quello conclusivo.

 

La svolta definitiva? I video personalizzati

Abbiamo sottolineato l’importanza basilare di conoscere il proprio target per disegnare la migliore video strategy nell’editoria digitale e abbiamo già accennato a uno strumento formidabile, che punta perfettamente in questa direzione: quello dei video personalizzati.

Vi anticipiamo che, a questo strumento, dedicheremo interamente il prossimo articolo di questo ciclo dedicato all’industria editoriale, ma ci sembra comunque importante iniziare a raccontarvi di che cosa si tratta.

I video personalizzati sono dei video costruiti secondo le caratteristiche della persona a cui si rivolgono. Ma non è tutto: si adattano all’utente, anche in tempo reale, e sono interattivi. Tutto sulla base dei dati: che – com’è noto – sono il più grande patrimonio nell’ecosistema digitale.

Insomma, non si parla più di un “target”, ma di tanti target quante sono le persone che visualizzano.

Questi strumenti di personalizzazione sono resi disponibili da aziende specializzate come Doxee e la vera svolta è quella del passaggio da una comunicazione one-to-many a una comunicazione one-to-one, su misura…personalizzata, appunto.

È facile comprendere, dunque, quanto questo tipo di strumento possa essere prezioso quando l’obiettivo è quello di instaurare un dialogo intimo e dinamico con i propri lettori, facendo impennare il coinvolgimento e la fidelizzazione. È esattamente quello che rendono possibile le soluzioni Doxee Pvideo®.

Ed ecco che il cerchio si chiude: l’editoria libraria si appoggia al digitale per fare quello che ha sempre fatto, ma con strumenti nuovi: stabilire una connessione con il lettore, stringere un rapporto intimo, una relazione duratura.

 

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