La trasformazione digitale, tra i vari meriti, ha avuto quello di aprire alle aziende del settore finanziario opportunità di crescita ed espansione del proprio business che fino a qualche anno fa erano impensabili. In questo articolo, esploreremo nel dettaglio i benefici del RegTech.

Va detto che assieme a queste opportunità sono arrivate anche notevoli sfide che non tutti gli istituti finanziari, specialmente quelli tradizionali, sono attrezzati ad affrontare. Il riferimento è chiaramente allo sviluppo del settore Fintech, che negli anni ha portato all’introduzione nel mercato di nuovi player molto aggressivi e con una spiccata propensione all’utilizzo delle tecnologie digitali.

La forte pressione competitiva è dimostrata da alcuni dati relativi alla composizione del settore degli operatori finanziari, all’interno del quale il numero di soggetti più tradizionali sta progressivamente diminuendo. Risulta, infatti, che dal 2015 il numero di tali operatori tradizionali sia sceso da 8.500 a circa 5.300 unità, con una riduzione del 40% in favore di soggetti appartenenti al settore del Fintech.

A ben vedere, la cosa non sorprende se si tiene conto che proprio il Fintech è diventato uno dei segmenti di mercato più capaci di attirare su di sé grandi quantità di investimenti.

Secondo infatti Forbes, che a sua volta riprende uno studio di Hampleton Partners, gli investimenti in aziende e startup Fintech da parte di gruppi di venture capital sono più che raddoppiati nel 2017, mentre nel 2018 hanno toccato addirittura il record di 31 miliardi di dollari, cifra enorme rispetto ai 15 miliardi dell’anno precedente.

Questa crescita, tra l’altro, si sta riconfermando anche nel 2019, anno in cui tale trend appare consolidarsi ulteriormente e il flusso di investimenti si sta mostrando sempre consistente oltre che più solido e stabile, anche grazie al rafforzamento di alcuni ambiti di mercato come l’InsurTech e il RegTech.

Questa breve ricostruzione non vuole però creare inutili allarmismi. Come già detto, la trasformazione digitale ha, in realtà, fornito anche nuovi strumenti e possibilità inaspettate per tutte le aziende che sanno coglierle e una di queste è appunto il RegTech.

 

Un piccolo settore, ma in grande crescita 

Il RegTech è un segmento di mercato che fa parte al settore più ampio del Fintech.

Con tale termine, che è la crasi tra le parole “Regulation” e “Technology”, si intende un tipo di tecnologia che permette alle aziende di adattarsi facilmente alla pressione “of increasing regulatory reporting, while being cost-effective and secure.

Non solo. Il RegTech è anche quella tecnologia che grazie alle innovazioni messe a disposizione dalla trasformazione digitale permette di automatizzare alcuni processi di monitoraggio dei dati o di verficare il soddisfacimento dei requisiti legalmente stabiliti. In sostanza, il RegTech è il “risultato” che si ottiene combinando la trasformazione digitale con la compliance di un’impresa, che è quell’ambito di un’organizzazione aziendale che si occupa dei procedimenti interni e degli adempimenti di disposizioni normative.

È bene dire che, a differenza di quanto ci si possa aspettare, tale segmento di mercato non è particolarmente nuovo, anzi esiste già da diversi anni. Tuttavia solo recentemente si sta assistendo ad una crescita davvero rivelante di questo settore che sta divenendo sempre più importante nel contesto del Fintech, nonché di riferimento per un numero sempre maggiore di aziende.

A cosa si deve ricondurre questa improvvisa espansione sia in termini di investimenti che di soggetti che offrono questo tipo di prodotti e servizi?

 

Non sempre evoluzione è semplificazione 

Uno dei motivi principale è che nonostante le innovazioni legate alla trasformazione digitale la pressione normativa del legislatore nazionale e internazionale sulle aziende non è diminuita, bensì è aumentata. Del resto, l’attività normativa non si ferma mai e anzi la digitalizzazione ha creato situazioni, contesti e soggetti nuovi che devono essere specificamente regolamentati.

Limitando l’osservazione del fenomeno al contesto europeo e al settore finanziario, basta prendere ad esempio una norma di recente elaborazione per capire la mole di regolamenti, adempimenti ed obblighi che ogni azienda deve osservare e soddisfare per poter operare nel pieno rispetto della legge.

Il riferimento è alla MiFID II, ovvero la direttiva europea “terremoto” relativa alla trasparenza finanziaria, la quale modificherà i requisiti da rispettare da parte di tutti coloro che forniscono servizi finanziari in modo tale da garantire un diffuso e maggiore livello di trasparenza per il cliente. Senza scendere troppo nello specifico delle disposizioni di legge, tale direttiva, che pure aumenta grandemente la tutela dei clienti, sta portando con sé, come conseguenza, un costo notevole in termini di compliance per tutte le aziende del settore, che si sono trovate a doversi misurare con una normativa di 1400 pagine spalmata su 7000 pagine.

Questo, come si può ben immaginare, rappresenta un costo notevole per ogni player che opera nel settore. Innanzitutto, perché la MiFiD II richiede maggiori adempimenti alle aziende finanziare, aumentando per esempio l’attività di report e gli obblighi di informazione nei confronti dei propri clienti.

Non solo. Il costo risiede soprattutto nel fatto che tutti i processi andranno rivisti in modo da adattarli ai nuovi requisiti di legge e, in più, la normativa dovrà essere costantemente monitorata per poter rilevare per tempo eventuali cambiamenti e modificare, di conseguenza, l’organizzazione aziendale.

Il problema non è di poco conto se si considera che questo vale per ogni norma o regolamento già emanati o che lo saranno in futuro.

Per avere un’idea, seppur astratta, della mole di norme e, dunque, di lavoro che le aziende devono affrontare, basta pensare che solo nel settore finanziario sono stati implementati circa 50.000 nuovi regolamenti per far fonte alla crisi tra il 2009 e il 2012 (cioè in soli 3 anni). A questo si aggiunga che tale numero è addirittura raddoppiato nel giro dei successivi tre anni.

È impensabile che una qualsiasi azienda possa pensare di costruire la propria compliance normativa affidandosi solo alle proprie risorse interne o approcciando una task del genere con metodi tradizionali.

Per questo, le aziende hanno cominciato ad investire sul RegTech, dal momento che esso dovrebbe rappresentare la soluzione tecnologicamente più avanzata per far fronte a questo tipo di criticità.

 

I benefici del RegTech

Tra i benefici del RegTech che stimolano la notevole crescita del settore troviamo il risparmio.

Le risorse di un’azienda spesso sono limitate si tratti di tempo, di energie umane o di denaro da impiegare. Il grande vantaggio delle soluzioni RegTech è il fatto di garantire un notevole efficientamento dell’organizzazione aziendale e conseguentemente delle spese che un’azienda deve sostenere.

Tra l’altro questo efficientamento è trasversale all’organizzazione aziendale, come ha ben sottolineato un breve report elaborato da Pwc, che ha individuato cinque aree entro cui si manifestano in modo particolarmente evidente i benefici del Regtech.

Il primo beneficio riguarda l’ottimizzazione dei dati che grazie al RegTech possono essere gestiti organicamente dall’azienda che in questo modo può avere una maggior visione d’insieme rispetto a quelle che sono le attività o le operazioni svolte dai clienti oppure dai propri dipendenti.

Il secondo beneficio, che in qualche modo è correlato al primo, è l’ottimizzazione dei processi interni di ogni organizzazione produttiva, in quanto l’utilizzo di soluzioni automatizzate garantisce una standardizzazione delle procedure, rendendole più chiare e definite, in modo tale da ridurre eventuali errori e distonie.

Oltre al perfezionamento di tali procedure, l’implementazione di soluzioni RegTech integrate a tecnologie di automazione come l’Intelligenza Artificiale o la robotica portano, secondo quanto indicato da KPMG Singapore, ad un risparmio complessivo per lo svolgimento delle procedure interne delle aziende operanti nel settore finanziario corrispondente a circa il 75% rispetto a quanto si paga attualmente.

Tra i benefici del RegTech c’è anche la riduzione dei rischi operativi. Cosa significa questo? Che l’implementazione del RegTech permette di ridurre il numero di operazioni meccaniche e ripetitive a soggetti umani, i quali hanno una probabilità maggiore di commettere degli errori o delle leggerezze. Anche perché, a causa delle continue modifiche e dei continui interventi normativi, i lavoratori non sempre hanno chiaro cosa possono e cosa non possono fare e questo aumenta notevolmente la possibilità di incorrere in violazioni legate al fattore umano.

Anche il quarto beneficio ha a che fare con le risorse umane ed il loro impiego. Il RegTech, infatti, grazie alle soluzioni automatizzate di cui si è detto sopra, garantisce la possibilità di ottimizzare la capacità produttiva delle aziende, avendo un impatto positivo sulla gestione delle risorse umane che possono essere impiegate in modo più efficiente (e magari per mansioni a maggior valore aggiunto) e sulle infrastrutture custom qualora necessarie.

Questo beneficio poi è tanto più evidente quanto le soluzioni RegTech riescono a sfruttare la tecnologia cloud, che, da un lato, rende tali soluzioni più adattabili rispetto alle infrastrutture organizzative digitali pre-esistenti e che, dall’altro, cambia completamente l’approccio dell’impresa ai propri dati, grazie alla maggior elasticità, flessibilità ed elasticità che la “nuvola” offre.

Infine, il quinto ed ultimo beneficio che le soluzoni RegTech offrono alle aziende è, in generale, la riduzione dei tempi. Diminuiscono, infatti, i tempi necessari di ricerca e reperimento dei dati rilevanti o le tempistiche necessarie per svolgere le verifiche circa la validità e la correttezza della compliance normativa aziendale. Inoltre, migliora anche il cosiddetto time to market, ovvero il periodo che serve per poter sostituire una regolamentazione interna con una più adeguata alle modifiche e alle novità normative sopraggiunte.

 

Da peso ad opportunità

Questo breve elenco di benefici del RegTech fa capire chiaramente perché, negli anni, sia diventato non solo un segmento del settore Fintech in continua crescita, ma soprattutto un’area di investimento sempre più strategica per ogni azienda finanziaria e non solo.

Grazie alle diverse soluzioni innovative messe a disposizione dalla trasformazione digitale, il RegTech ha infatti convertito la compliance normativa da pura incombenza burocratica e procedurale ad occasione inaspettata per rendere il proprio business più efficiente, moderno e produttivo. Tra l’altro, l’implementazione delle soluzioni RegTech da parte delle aziende ha un effetto positivo anche sull’intero sistema paese.

Ne è la riprova il fatto che diversi Stati spingono in modo deciso l’adozione di soluzioni RegTech, considerandola una condizione strategica per affrontare questioni chiave della propria industria finanziaria e per migliorare l’appetibilità delle proprie imprese sul mercato.

Un esempio è il Giappone, che in vista dei Giochi olimpici di Tokyo, sta incoraggiando l’implementazione di tecnologie RegTech in modo tale da creare un ambiente il più possibile favorevole all’adozione di servizi Fintech, aumentando l’efficienza negli affari e diminuendo contestualmente l’esposizione al rischio di compliance.

I numerosi benefici del RegTech hanno rappresentato una notevole occasione per il Giappone stesso per superare i problemi legati al proprio mercato finanziario, che si trova frenato da alcuni ostacoli sistemici, come un numero estremamente alto di transazioni in contanti e la mancanza di digitalizzazione nei settori pubblici e privati.

 

Il futuro del RegTech 

Dati questi motivi, è facile immaginare che il settore RegTech continuerà ad espandersi, ritagliandosi un ruolo di primo piano all’interno del Fintech e diventando sempre più importante per qualsiasi tipo di aziende. Ma a che tipo di crescita va incontro?

Secondo un report di KPMG sul punto, si prevede che entro il 2022 la spesa totale nel settore RegTech da parte delle aziende raggiungerà la cifra sorprendente di 76 miliardi di dollari, che è ben 7 volte superiore rispetto alla cifra che è stata investita nel 2017. Questo, tra l’altro, significa che sempre entro il 2022 le spese nell’ambito delle soluzioni RegTech rappresenteranno il 34% delle spese totali nel settore regulatory aziendale.

Questi maggiori investimenti cambieranno profondamente le caratteristiche del settore RegTech e porteranno i soggetti finanziari coinvolti a cambiare l’approccio a questo segmento di mercato. Si passerà da un utilizzo più “funzionale”, dove cioè le soluzioni RegTech sono pensate per garantire il rispetto delle norme e per migliorare la supervisione delle attività svolte dai dipendenti, ad una sorta di RegTech 3.0, in cui tali tecnologie saranno impiegate per conoscere e gestire al meglio i propri dati, avendo una maggiore visione d’insieme che auspicabilmente dovrebbe aiutare le aziende ad evitare rischi e a prevedere problemi che possono essere cagionati, ma anche risolti, dalle innovazioni tecnologiche della trasformazione digitale.

Anche se i benefici del RegTech sono tanti, appare chiaro che il percorso sia solo agli inizi e che c’è ancora tanta strada da fare. Resta fermo però un dato: come sempre, le aziende che meglio sapranno adattarsi a queste nuove tecnologie e che saranno capaci di intercettare prima delle altre questi cambiamenti, riusciranno a trasformare radicalmente la propria compliance, facendola diventare un’opportunità di sviluppo del proprio business nonché una leva notevole da utilizzare per rimanere competitive sul mercato il più a lungo possibile.