Negli ultimi giorni gli abitanti e i lavoratori di tutta Italia sono stati coinvolti da alcune misure di emergenza emanate dalle Autorità competenti per fronteggiare e limitare il contagio del COVID-19. Una di queste misure è lo Smart Working, modalità lavorativa già presente nel tessuto culturale e di business di Doxee.

Oggi vi raccontiamo l’esperienza di Smart Working di Andrea Canalini, Application Delivery Manager in Doxee.

 

1. Anche prima di questo particolare periodo, le aziende hanno cercato di coinvolgere i dipendenti nel processo di creazione del valore con nuove modalità e tecnologie. Lo smart working può essere dunque un nuovo modo per raggiungere questo obiettivo? 

Confermo che lo Smart Working è una modalità per creare valore. Non lo ritengo del tutto nuovo, perché già da tempo lo stiamo utilizzando in azienda, in forme analoghe, ancor prima che fosse stato ufficializzato qualche mese fa. I miei collaboratori sono tutte persone di fiducia (credo che questo sia un aspetto fondamentale), che lavorano i azienda da svariati anni e ho trovato naturale poter permettere, soprattutto a chi non ha la fortuna di avere i nonni cui affidare i figli, di gestire situazioni di difficoltà familiare adottando il lavoro da remoto. Ovviamente prima era limitato a casi particolari. Ora con l’adozione ufficiale, noto che viene usato praticamente da tutti e i feedback sono positivi.

Ecco perché, anche in questa particolare situazione, non ho notato problemi nell’avere il team completamente delocalizzato. Comunichiamo in maniera efficiente, gli obiettivi si raggiungono ed il team è sereno. Questo è sicuramente di valore.

 

2. A livello pratico, quali sono gli strumenti e tecnologie che aiutano te ed il tuo team a compensare la distanza tra persone? 

Le tecnologie che supportano il lavoro da remoto sono già diffuse da tempo in azienda. Andando un po’ più indietro nel tempo, potrei dire che si usava Skype, Slack, Whatsapp e cellulare. In questo periodo, abbiamo colto l’occasione per armonizzare gli strumenti usandone uno solo, Microsoft Teams. Devo dire che lo trovo fantastico per funzionalità e stabilità. La mail rimane comunque una costate.

La tecnologia è un elemento chiave che permette di svincolare le persona dalla scrivania e permette l’implementazione dello Smart Working, poiché consente agilmente di comunicare e collaborare con il proprio team. Il digitale consente di ampliare e rendere virtuale lo spazio di lavoro, creando un digital workplace in cui comunicazione, collaborazione e socializzazione son indipendenti dal luogo effettivo di lavoro.

 

3. Quali sono i tre principali vantaggi che derivano dal lavoro smart? 

Ve ne cito quattro:

  • rimozione dei tempi morti dovuti ai trasferimenti casa-ufficio. Inoltre, evitando di doversi recare presso la sede aziendale, si abbatte di molto lo stress del viaggio;
  • la necessità di schedulare bene la propria giornata per evitare le continue interruzioni. Potrei dire, dunque, che lo Smart Working stimola l’organizzazione e la pianificazione del singolo;
  • miglioramento della capacità di sintesi per permettere alle riunioni di durare il tempo stabilito;
  • maggiore focalizzazione sugli obiettivi: la possibilità di poter operare da remoto aumenta la propria produttività, perché i lavoratori si sentono più responsabilizzati.

 

5. Quale effetto ha sui clienti questo diverso approccio al lavoro? 

Al momento i nostri clienti non notano nessuna differenza. Come dicevo, siamo abituati a realizzare progetti completamente da remoto. Le video-conferenze sono il pane quotidiano e farle da casa o in ufficio non ha per il cliente nessuna differenza. L’unico impatto potrebbero essere certe sessioni di training che per come sono strutturate è consigliato che vengano eseguite on-site.